Gran Torino



Torino è bellissima.
Ha superato di gran lunga la mia Milano. 
Non ci sono mai andata volentieri da giovane, mentre oggi un giretto sotto i portici, la visita a un museo, la gita in un parco, la sosta in un buon ristorante, meritano.
A Torino abbiamo due amici che hanno un figlio e un gatto.
Non ci hanno messo molto a convincerci a trascorrere un week end con loro.
Partiamo giovedì pomeriggio per raggiungere l'agriturismo "Cascina Ormea" a Pino Torinese.
Dopo moltissime ricerche incrociate non si trova un buco in centro.
Così optiamo per la periferia, che in realtà è vicinissima a ciò che ci interessa.
La camera è grande, i bimbi dormono e giocano sul un letto a castello.
Quando si viaggia al completo è anche importante trovare una sistemazione confortevole, se no i momenti di riposo diventano un incubo.
Ceniamo nella "piola" con carne cruda, e varie cosette deliziose tipiche piemontesi.
Nella stanza da letto sentiamo odore di animali: proprio sotto di noi ci sono galline, cavalli, asini, cani, capre e piccioni…
Di notte, con la luna piena, i cani ululano e gli altri animali si svegliano. 
Dopo un po’ si fa l’abitudine e questa atmosfera ruspante che è pure divertente.
Al mattino facciamo una bella colazione con la crostata e partiamo per Racconigi.
In poco meno di un'ora raggiungiamo la meta. Dalle alte mura di cinta di mattoncini rossi, che delimitano il grande parco, definito nel 2011 il più bello d'Italia, guizzano scoiattoli rossicci.
Visitiamo il Palazzo Reale con stanze perfettamente arredate: i mobili vanno dal Settecento agli anni Quaranta, in un turbinio di stili e colori.
Vicino al Palazzo si trova il Parco delle Cicogne. I comignoli delle case circostanti sono ornati da rametti intrecciati: ecco i loro famosi nidi! Proprio come nei cartoni animati dei bambini. Sono enormi e mi chiedo come possano stare in bilico lassù.
Uccelli acquatici, anatre di diversi colori, pennuti mai visti prima si contendono cibo e spazi.
C’è anche la palude e una casetta di legno da dove fare bird watching.
Per visitare il grandissimo parco di Racconigi saliamo su una carrozza trainata da due cavalli neri.
Piante secolari, scoiattoli che si nascondono tra le foglie, viali enormi con prospettive mozzafiato.
Nel lago si specchia il magnifico palazzo dei Savoia con un trucco degno del più astuto architetto.
Percorriamo il viale dal versante di Torino: gli ultimi tre chilometri che i reali facevano per raggiungere la dimora estiva.
Sogno lunghi abiti color crema, ombrellini, ampi cappelli, le infinite collane di perle della Regina Margherita, scarpette di raso. Mi abbandono sul sedile della carrozza e mi lascio trasportare in altri tempi. Sembra così reale che forse ci sono già stata… in un’altra vita.
Nel tardo pomeriggio ci tuffiamo nel traffico del centro. I portici sono sobri e imponenti. L’eleganza piemontese si respira in ogni angolo.
La nostra bellissima amica dal nome petrarchesco ci ospita nella sua casa ricca di cultura, colori, quadri. Forse è una fatina uscita dal bosco degli scoiattoli.
Ci offre una cenetta squisita e, al termine, ci delizia con racconti sulla storia della città.
Non me ne andrei più. Sprofondo nel divano e assaporo quelle antiche vicende narrate con l’entusiasmo della studiosa colta e raffinata.
La notte trascorre tranquilla con il sottofondo degli animali della fattoria.
Al mattino, pieni di energia, partiamo per Venaria Reale. Prendiamo un caffè nella stupenda e scenografica piazza, aspettando i nostri amici.
Ci concediamo un inatteso giro del parco della Mandria con il trenino dei turisti.
Le distanze sono notevoli e fa caldo, ci complimentiamo con noi stessi per aver fatto questa scelta, a piedi non avremmo avuto il tempo di vedere tutte quelle meraviglie. Boschi, casini di caccia, dimore nascoste e i laghetti. Il tutto condito con il racconto delle vicende dei reali che trascorrevamo tanto tempo nella natura, purtroppo spesso cacciando.
Pranziamo in un bar nella piazza e ci addentriamo nei giardini reali. La loro ristrutturazione non è ancora terminata, ma le prospettive dei viali, i giochi delle piante, le collocazioni dei fiori, danno l’idea della magnificenza dei Savoia.
Infine decidiamo di fare un giro del palazzo dalle stanze enormi ed eleganti, piene di luce, stucchi e dipinti, depredate per anni.
Il museo della moda italiana, collocato in uno dei padiglioni, offre uno scorcio del made in Italy, ci colpiscono i vestiti delle sorelle Fontana, così precisi nei particolari, curati e cuciti con incredibile abilità.
Gli zampilli tricolori all’esterno ci fanno divertire.
Alla sera i nostri amici ci accompagnano in un bellissimo giro nel centro di Torino.
Piove e a me piace ancora di più.
Dopo cena gustiamo il gelato in un antico bar vicino al Teatro.
È domenica, il fine settimana è quasi finito.
Ci dirigiamo a Stupinigi, per visitare l’ultima palazzina di caccia dei Savoia, prevista dal nostro "nobile" programma.
Prima ci addentriamo con il nostro amico e suo figlio in un bosco adiacente, i cui proprietari sono gli scoiattoli.
Basta far schioccare due noci e loro arrivano come saette, pronti ad accaparrare il cibo.
Se non ci si sbriga a sfamarli, si mettono su due zampe e protestano sonoramente.
Si fanno fotografare e ci circondano numerosi. È una favola magica, ci sorridono e forse parlano.
Non me ne andrei più ma la palazzina di caccia ci attende. Sono visitabili solo due stanze, la guida fornisce molte informazioni utili per farsi un’idea di cosa sia quella splendida dimora ancora in fase di ristrutturazione. Gli interni sono riccamente decorati e le luci giocano tra ori e stucchi.
Sulla cima del tetto domina un cervo dalle dimensioni enormi. L’originale è all’interno del palazzo e possiamo osservarlo da vicino.
Il tour delle dimore reali è finito, non vedo l’ora di scaricare le foto per rivivere questa esperienza.
Gran Torino: aspettami perché tornerò.

Foto GiBi