Io
all’inizio: — Voglio fare lo scrittore. Che
entusiasmo.
Periodo
scolastico
La
mamma: — Tesoro, fai bene a leggere tanto, vedrai da grande,
sarai una persona colta, troverai lavori magnifici.
Io:
— Sono l’unico a scuola che legge e scrive nel tempo libero, gli
altri giocano a calcio.
La
mamma: — Vedremo poi, quando cercherete lavoro, chi ne troverà
uno prestigioso e chi andrà a lavare i pavimenti.
Periodo
in cui si cerca il primo lavoro
Io:
— Sono laureato in lettere, vorrei fare il giornalista, ecco il mio
curriculum.
Direttore
del giornale locale: Bene, ma benissimo, potremmo iniziare con i
necrologi, ci sono da ricopiare le previsioni del tempo e l’elenco
dei locali aperti di domenica. Sa, siamo un giornale piccolo, bisogna
imparare a fare tutto, anche le pulizie.
Io:
— Certo, sono a disposizione. Non vedo l’ora di iniziare.
Direttore
del giornale locale: — Guardi, facciamo così, lei si prende
una bella partita iva, poi lavora da casa e mi manda le cose via
mail. Sa fare i titoli? Basta cercare sul web, ci vuole un attimo,
così noi le mandiamo il numero di battute necessarie e lei, già che
c’è, fa anche una grande esperienza. Siamo d’accordo?
Io:
— Sì, sì, da casa, i titoli, va bene. Imparo volentieri,
dopotutto ho solo venticinque anni.
Periodo
in cui si cerca il secondo lavoro
Io:
— Purtroppo non mi bastano i soldi per arrivare a fine mese, sa,
l’affitto, le spese. Ho quasi quarant’anni, non vado mai in
vacanza, ci mancherebbe, sono ancora giovane. Devo concentrarmi sulla
mia carriera. Sono già giornalista pubblicista, ecco il libretto.
Caporedattore
del giornale nazionale con sede in provincia: — Bravo,
complimenti, è così che vogliamo i nostri collaboratori. Tosti,
determinati, dei segugi.
Io:
— A proposito di segugi, io ho la passione per le inchieste, sa, il
mio idolo è la Gabanelli.
Caporedattore
del giornale nazionale con sede in provincia: —
Inchieste? Ehm, dunque, che tipo
di inchieste? Perché qui, dopotutto, abbiamo dei riferimenti, cioè,
la politica è importante, bisogna portare rispetto, sa…
Quindi io direi che ci aggiorniamo prestissimo, appena mi si libera
un buco, ok?
Periodo
free lance
Io:
— Guarda, non ne posso più del giornale, quasi non mi pagano,
sgobbo tutto il giorno. Su quello nazionale non se ne parla neanche,
vogliono solo dei lecchini. Ora mi faccio furbo e apro un bel blog. E
vadano tutti a quel paese. Per fare la fame, tanto vale almeno poter
dire ciò che si pensa.
Collega:
— Che idea magnifica! E cosa scriverai su questo blog?
Io:
— Racconti, viaggi, qualche ricettina particolare…
Collega:
— Cosa? Ricettina? Ma per carità. Vuoi mica svilirti con il cibo?
Devi mantenere un tono alto, elegante, devi spe-cia-liz-zarti! È
l’unica via d’uscita in questo mondo globalizzato che ingurgita
tutto. Ricette, ma per favore!
Io:
— Ok, mi sembrava una bella idea, allora niente ricette.
Collega:
— Bravo, tu dammi sempre retta e vedrai dove andrai a finire. Alti
livelli.
Periodo
scrittore di racconti
Io:
— Gentile Rivista, ecco in allegato il mio racconto con il titolo
che avete scelto voi, spero che lo possiate pubblicare. Non voglio
compensi, sia chiaro, solo per la soddisfazione.
Rivista:
— Gentile scrittore, grazie per il tuo bellissimo raccontino. Ci
spiace, non è esattamente il genere che pubblichiamo noi. Sì, è un
giallo, d’accordo, ma i nostri sono più sofisticati, misteriosi.
Ti auguriamo buon proseguimento e… non ti abbattere, tieni duro,
ritenta!
Periodo
romanziere parte uno
Io:
— Finalmente il mio romanzo è finito, non vedo l’ora di vederlo
pubblicato, vediamo un po’ sul web come fare. Come? L’editing?
Questa parte mi era sfuggita. Dunque bisogna trovare l’editor
indipendente, certo, eccolo. Questo sembra simpatico, fa un mucchio
di video, speriamo che non sia troppo caro.
Editor:
— Caro scrittore, ciao, il tuo libro è molto, molto lungo,
l’editing è un po’ caruccio, ma merita, te lo assicuro.
Io:
— Se merita… e facciamolo, via, non mi metterò a fare lo
spilorcio proprio adesso.
Periodo
romanziere parte due
Editor:
— Con questa ultima e-mail il mio lavoro è terminato. E tu cosa
pensi di fare?
Io:
— Mah credevo, dopo l’editing, di provare a pubblicare?
Editor:
— Caro mio, fosse così facile, tu non scrivi male, no, ma ti
consiglio, prima di provare a mandare il manoscritto a una
piccolissima CE, dico piccola perché quelle grandi non ti filano di
sicuro, di studiare bene narratologia, ci sono tanti corsi in giro,
anche il mio non è male, ti assicuro che farebbe la differenza. Se
vuoi arrivare alle case editrici di un certo… meglio studiare.
Io:
— Dopo trent’anni in cui scrivo e leggo e scrivo e leggo, pensavo
che fosse un po’ meno complicato, ma sono umile e, ci mancherebbe,
bisogna sempre studiare nella vita. Mi butterò su tre o quattro
corsi full immersion e alla fine ce la farò.
Periodo
romanziere parte tre
Io:
— Ho rifatto il libro, dopo tutto questo studio, due anni di corsi,
prove, esamini, neanche uno andava bene, lo so, ma intanto ho
imparato, sono certo. Dopotutto ho studiato al liceo, so bene la
grammatica, consecutio temporum come se piovesse, all’università
ho approfondito i classici.
Altro
scrittore esordiente: — I classici? Ma stai scherzando?
I classici non vanno più di moda! Devi farti le ossa sui
contemporanei. Show don’t tell, evita i gerundi, abbatti gli
avverbi, uccidi le eufoniche. Stephen King è il re.
Io:
— Non è il mio genere, sì, ho letto qualche suo libro, è vero, è
bravissimo, bravissimo, non oserei mai, ma io…
Altro
scrittore: — E allora! Impara, asciuga, mostra, i profumi, le
puzze, i colori, i rumori. E basta con le descrizioni, queste lagne
alla Manzoni!
Io:
— Io avrei il mio stile, sempre umile, ho studiato, dicevo, anche
scrittori stranieri e poi narratologia, anche sceneggiatura, ho già
fatto un editing.
Altro
scrittore: — E i beta reader? Li hai coinvolti?
Io:
— No. Veramente no.
Altro
scrittore: — Io te li raccomando. Non hanno studiato proprio
questa cosa, ma sono lettori forti, ti danno una grossa mano. Anzi,
poi lo diventi anche tu, vedrai che salto di livello.
Periodo
romanziere con i beta reader
Beta
uno: Grazie per avermelo spedito, ci sentiamo presto.
Beta
due: Non è il mio genere, passo! Ma sei simpatico.
Beta
tre: Se io leggo il tuo, poi leggi il mio?
Beta
quattro: L’ho letto tutto d’un fiato, moooolto coinvolgente,
però l’incipit è da rivedere, non ci puoi mica buttare dentro il
sogno. No no. E i dialoghi, non ti offendere, ma si può fare di
meglio. Le descrizioni mmmm, non mi dicono molto, ti consiglio di
tagliarle, e accorcia, accorcialo tanto. I
personaggi, perdonami, ma sono tutti uguali. Non si sente la loro
voce. Il finale poi, non sono affatto d’accordo. Insomma, con
qualche aggiustatina, non sarà male.
Periodo
essere beta reader
Io:
— Eccomi cara, ti allego il file con tutte le mie segnalazioni,
spero che ti siano utili.
Scrittore
uno: — Grazie, ora non ho tempo di guardarle, ma grazie
proprio.
Io:
— Scusa mi mandi un file non in pdf?
Scrittore
due: — E se poi me lo rubano?
Io:
— Scusa, hai ragione, ti mando una dichiarazione, ma basta che tu
faccia una mail pec e vedrai che i tuoi diritti saranno salvi.
Scrittore
tre: — Guarda è lunghissimo il mio romanzo, quattrocento
pagine, ma a me piace così, quindi, per favore, almeno tu, non mi
dire di tagliare. Ok?
Io:
— È dura leggere tutti questi libri in poco tempo, mantenere i
contatti con gli scrittori, tutto gratis per carità, ma mi sembra di
imparare tante cose, alla fine capirò cosa piace e cosa non piace in
un romanzo, e il mio migliorerà.
Periodo
alla cinquantesima revisione
Io:
— Gentile Casa Editrice, allego ciò che resta del mio romanzo, la
sinossi, un breve cenno sulla mia vita (solo le cose che possono
essere interessanti per il libro), una scheda tecnica dettagliata.
Non ho fretta, prendetevi tutto il tempo.
CE
uno, due, tre, quattro, cinque: silenzio imbarazzante.
Periodo
concorsi
Io:
— Pronto? Segreteria del concorso? Bene, allora, come ho letto sul
bando, allego il file (con le battute non inferiori a… e non
superiori a…) poi ci sono tutti i miei dati, caso mai vi
servissero, il bonifico, sì, sono disponibilissimo a fare anche il
lettore degli altri concorrenti. Devo leggere minimo altri venti
libri in un mese? Certo, sì, ovvio, grazie mille.
Periodo
autopubblicazione
Io:
— Allora finalmente ho finito, basta, non ce la faccio più a stare
dietro a tutti, mi pubblico da solo e che vadano al diavolo. Il file
è da caricare, come si fa? Difficile, meglio cercare on line. Un
altro corso? Sempre l’editor? Va bene. Come, la copertina? Ah sì,
ovvio, deve essere professionale, mica voglio metterci una foto presa
dal mio archivio, sarebbe proprio volgare. E l’impaginazione, sono
un cretino, anche quella va fatta come dio comanda, ecco, cerco il
professionista, ci metto altri bei soldi, così viene un lavoro
eccellente, dopotutto sono anni che ci lavoro, non posso fare una
brutta figura.
Periodo
libro pubblicato on line
Io:
— Eccomi. Alla fine ho pubblicato. Anni di fatica, tanti soldi,
cosa è successo?
Niente,
niente di niente. Come sto? Bene, benino. Insomma, devo ammetterlo,
non è che ciò che scrivo interessi molto. Dopotutto pare che un po’
tutti gli scrittori esordienti o sconosciuti siano nelle mie
identiche condizioni. È una tragedia comune, insomma. Tanti
scrittori e pochi lettori. Pure diffidenti. Se non sei un blogger
famoso, chi ti considera? Io il mio blog è abbastanza visitato ma
non sono famoso. Forse se avessi pubblicato le ricette… Al giorno
d’oggi vendere cento copie è un miraggio. Bisognerebbe farsi
pubblicità. Anche in questo caso sarà necessaria la pianificazione,
il corso di marketing, certo che, altri soldini, mah, sono proprio
indeciso.
Io
alla fine: — Volevo fare lo scrittore.
Che tenerezza.