16 - Walk of Fame - Malibu - Rodeo Road - Beverly Hills - Road Trip dalla Route 66 al Pacifico

Capitolo 16


Oggi sarà una giornata ricca di spunti, abbiamo molti luoghi da visitare e Los Angeles è immensa, quindi si parte con la Texi per andare a vedere la famosa Hollywood Walk of Fame.
Posteggiamo in un oscuro garage e riemergiamo in un quartiere squalliduccio, arredato con alti edifici senza grazia, sporco. Per terra cartacce, a zonzo personaggi poco raccomandabili.
Lungo le vie ci sono più di duemila stelle con il nome di personaggi più o meno noti, quindi si cammina con il naso in giù. 
Fotografo Maria Callas, Armstrong e compari per la loro avventura sull’Apollo XI e per rimanere in tema Huston e poi mi stanco subito. 
C’è un tipo che, con appositi sticker, inserisce il tuo nome sul camminamento, ne faccio anche a meno.
Per mia gioia incappiamo in un negozio di dischi, sì, quelli di vinile! Ce ne sono un mucchio di David Bowie, The Cure, Bauhaus, The Doors… una pacchia. Si chiama Amoeba Music - The world’s greatest record store e in effetti è gigantesco, pieno zeppo di dischi, CD, cassette, film, poster, giochi, tote bags, accessori, stickers, t-shirts, pins, ci si potrebbero trascorrere ore a gironzolare. 
All’uscita ci chiedono di aprire gli zaini. Sono certa di non aver rubato nulla, certissima, ma che ansia!
Un po’ delusi dalla Walk of Fame riprendiamo presto l’auto e ci dirigiamo verso Malibu. 
L’Hollywood Boulevard è la parte più carina della strada, con le sue palme e gli edifici bassi, ma io non vedo l’ora di arrivare al Pacifico e alle spiagge che si vedono nei film. Posteggiamo un po' a caso presso il Malibu Lagoon State Beach.
C’è poca gente in giro e la riserva è piena di piante e animali che non ci aspettavamo.
Un leprotto saltella tra l’erba, alcuni aironi bianchi e cinerini becchettano nella laguna, conchiglie di madreperla sono graziosamente incastonate nella spiaggia, coronata da basse casette dai colori pastello. Un gabbiotto di legno azzurro presiede la zona, il bagnasciuga è finemente decorato da pietre e alghe.
Cozze grandi come la mia mano si arenano, stupefacenti anemoni di mare di un azzurro perlaceo mai visto fluttuano tra gli scogli. Non mancano i ricci purpurei, i granchi vivi e morti, gabbiani che sventagliano le ali sulle nostre teste, i surfisti che caracollano tra gli spruzzi e persino i delfini che saltano tra un’onda e l’altra. 
Questo è il paradiso, oppure un set cinematografico, siamo finiti nel Truman Show!
Certamente si tratta di un altro posto da cui non vorrei staccarmi. Ma i ragazzi hanno fame e bisogna andare a cercare del cibo.
A malincuore torno sui miei passi. Attraversiamo la trafficata Pacific Coast Hwy. e ci dirigiamo a piedi verso un’area pianeggiante, molto verde, raggiungiamo alcuni negozietti in stile californiano con esposti in vetrina abiti cari, in stile sportivo e marinaro. Persone vestite in maniera casual ma studiata fanno shopping portando a spasso, insieme a mini cagnolini, una certa disinvoltura e un’aria blasé, adatta all’ambiente.
Raggiungiamo un bel supermercato, il Whole Foods Market, dove le verdure sono allineate così bene che sembrano quadri, per giunta ogni pochi minuti vengono irrorate da un’aggraziata pioggerella.
Fotografo un curioso Pumpkin Purèe in lattina e vaschette d’acciaio contenenti coloratissimi ingredienti per comporre piatti freschi. Tutto è sano, bio, veg e ovviamente carissimo.
Un po’ alla volta mettiamo insieme il nostro pranzo, tentando inutilmente di non uscire dal budget, e andiamo a mangiarlo in un’area da pic nic dove si accampano solo i turisti. L’aria è pulita, il sole scalda, l’atmosfera è rilassata e piacevole. Malibu, con la sua eterea immagine radical chic, è meravigliosa.
Sulla strada del ritorno vediamo una di quelle auto che sembrano uscite da Minecraft, quasi pixellate, si tratta del famoso pick-up Cybertruck della Tesla. Dal vivo fa un certo effetto, è antipatica, lo ammetto, però fa colpo.
Facciamo una sosta in uno dei tanti centri commerciali per acquistare due borsoni. Ormai è chiaro che le nostre cose sono disubbidienti e non torneranno mai nelle loro valigie. 
Saliamo al Canyon per ammirare una visione panoramica e ci dirigiamo a Beverly Hills per vedere il famoso quartiere vip, con villette strepitose, dai giardini perfetti. 
Tutto è lucente, pulito, ordinato e verde brillante. Sontuose decorazioni natalizie si accendono sul far della sera, rendendo ogni angolino ancora più magico. 
Le case sono di tutti i generi: da quella sinuosa come uscita dalla mente di Gaudì a quella in stile coloniale, montano e così via. 
I giardini presentano prati intonsi e regolari, ogni cosa è al suo posto e l’occhio non può che godere di tanta cura ed eleganza.
Non ci siamo documentati su “chi abita dove”, come promettono alcuni tour turistici, per cui il nostro è un giretto anonimo, le star che occupano quelle deliziose ville con noi possono stare in pace.
Terminiamo la gita del lusso nella via dello shopping: Rodeo Road. 
Il bellissimo viale è costellato dai negozi delle grandi firme della moda, ci mettiamo in coda e sfiliamo molto lentamente con la Texi. Il lato positivo è che posso fare foto originali a certe vetrine e a certi avventori. 
Tutto è abbellito dalle decorazioni natalizie infilate nelle aiuole spartitraffico centrali. Un enorme coccodrillo rosso corallo spalanca le fauci, mentre un gorillone abbraccia un grande cuore, un signore vestito di tutto punto, ma con le infradito, porta a spasso un orso bianco con il cappello di Babbo Natale. Dal marciapiede un fotografo di plastica prende nel suo obiettivo una fastosa vetrina da cui si affacciano giraffe, renne e struzzi. In cielo, da un palazzo all’altro, sfreccia Babbo Natale sulla sua slitta opportunamente illuminata, è un gran colpo d’occhio.
Un po’ stanchi e pieni di immagini da processare e mettere nel cassetto dei ricordi torniamo in hotel, lasciamo l’auto al vallet e scrivo il resoconto della giornata. 
Giretto in piscina, cena e rifacciamo le valigie, felici di avere due borsoni in più che ci danno un po’ di respiro.
Domani in programma abbiamo gli Studios della Warner Bros. Chissà cosa i riserveranno!