17 - Il sogno americano - Road Trip dalla Route 66 al Pacifico


Capitolo 17

Sto sorreggendo con tutte le mie forze un’immensa coppa dai manici d’argento. È proprio quella del Torneo Tremaghi. Ho inserito il mio nome nel Calice di Fuoco e sono in attesa di essere scelta… Non esageriamo, però mi sono davvero ficcata sotto al magico cappello parlante e anche questa volta (come a Milano) ha strillato: SLYTHERIN!
Sono Serpeverde, ovvero dotata di ambizione, astuzia e intraprendenza, e se lo dice lui…
Siamo negli Studios della Warner Bros di Los Angeles e non vediamo l’ora di esplorare il mondo dei film, spiare i dietro le quinte e scoprire i set cinematografici.
Prendiamo un trenino che ci porta in una boscaglia in cui hanno girato scene di Jurassic Park, andando avanti e indietro su un breve tratto con tutto l’armamentario delle cineprese per simulare chilometri di foresta. 
Ecco le strade di città che vengono modificate a tempo record a seconda delle ambientazioni che devono rappresentare, le roulotte dove si cambiano gli attori. Per i più famosi non manca la targhetta con il loro nome.
Le pareti delle casette sono sottili, le facciate sono dipinte come trompe l’oeil per sembrare a tre dimensioni, le porte si aprono sul nulla, perché la scena successiva viene girata in un altro ambiente. 
Proseguiamo a piedi dove incontriamo il set della celebre serie Friends, con tanto di divano. 
Scorrono ambientazioni natalizie in cui si può entrare, acquistare gadget, mangiare qualcosa, non manca nulla per far sentire il visitatore nel pieno della magia cinematografica.
Non posso credere alla bellezza e cura della serie di costumi del film del 1964 che ho adorato, My Fair Lady, con Audrey Hepburn. Otto premi Oscar, tra cui quello per i migliori costumi. Mi sembra di essere all’Ippodromo di Ascot.
It si affaccia inquietante da una buia finestra, finte pareti, macchinari che spostano intere stanze, un’enorme pila di manoscritti che sembra una scultura surreale, il costume di Elvis per il film del 2022, i disegni originali di Tweety, di Speedy Gonzales.
Divertenti gli oggetti che servono per creare i rumori: le forbici aperte e chiuse per generare il ticchettio di un orologio, la scatoletta di carne per cani, aperta, crea la vocalità di un mostro, le noci una contro l’altra simulano i cubetti di ghiaccio in un bicchiere. Non c’è limite alla fantasia.
Da una stanza all’altra incontriamo i personaggi di Games of Thrones, costumi, auto e oggetti di scena di Batman, Spiderman e una sfilza di supereroi.
Veniamo sorpresi dall’auto volante di Harry Potter, dal suo polveroso angoletto sotto alla scala, dove abitava a casa degli zii. Dobby sembra che ti stia venendo incontro per strabuzzare i suoi occhioni e muovere le sue incredibili orecchie. Ecco le lettere volanti di quando Harry è stato chiamato ad Hogwarts, le mandragole nella serra che, se estratte, strillano come ossessi, le pozioni e gli antidoti che lampeggiano, luccicano ed emanano sinistre luminescenze, a volte un Polisucco ci vorrebbe proprio. Infine le bacchette intarsiate che hanno usato gli attori, meravigliose. Gli oggetti di scena sono curatissimi e immaginiamo il lavoro di tanti artigiani abili e sorprendenti.
Usciamo da quella fabbrica di sogni pieni di meraviglia, con le immagini dei film più famosi al mondo ancora nei nostri occhi e la storia dei fratelli, che inizia in un villaggio yiddish della Polonia, nel 1889, quando la signora Wonskolaser partì con i figli per raggiungere il marito emigrato in Pennsylvania. Quei bambini – Szmuel, Hirtz e Aaron – diventeranno Sam, Harry e Albert Warner. Con il fratellino Jack apriranno nel 1903 una sala cinematografica a New Castle. 
Ma il vero sogno li chiamò nella soleggiata California, dove fondarono una casa di produzione destinata a cambiare la storia del cinema. Nel 1923 nacque la Warner Bros. Il primo successo fu Frozen River, con una star a quattro zampe: Rin Tin Tin. Poco dopo, arrivarono i Looney Tunes: Bugs Bunny, Daffy Duck e una pioggia di successi che trasformarono la Warner in una leggenda.
Da una sala di provincia ai grandi studios di Hollywood: il vero sogno americano che si avvera e un’eredità che continua a scrivere la storia del cinema.