
Dopo una nottata in bianco tra pappataci furiosi, tristezza e ansia, verso le 9.30 mi arriva una telefonata.
Ciao Guja, vai in spiaggia oggi?
Non ho acora pianificato la giornata di vacanza con I bambini e rimango un po ' confusa.
Aisha come un angioletto gentile mi sorride attraverso il telefono, facendomi dimenticare per un attimo l'orrenda notte.
Ti preparo il cous cous.
Mi ringalluzzisco e decido subito: vado alla spiaggia. Un paio di telefonate per organizzare bambini, amici e parenti, un po' di ordine in casa e via, si parte con armi e bagagli.
Oggi non trovo posteggio vicino, ma, per raggiungere la meta, ci aggiustiamo con una bella passeggiata in riva al mare.
Non fa più tanto caldo e mi stupisco che le previsioni meteo non abbiano azzeccato.
Erano previsti temporali.
Appena sistemati davanti alle onde che paiono già settembrine con i colori cupi del cobalto e del viola, ecco apparire Aisha.
È molto carica, la faccio accomodare sulla seggiolina del decathlon, lei vorrebbe stare in terra, ma io penso che una regina debba stare sul trono.
Presto i colori balzano fuori dalla sua cesta, alcune donne si siedono intorno all' ombrellone scegliendo, misurando, commentando. Ognuna esprime un parere, le stoffe svolazzano, compaiono quelle invernali: perline, paillettes, cristalli.
Gli specchi del bar aiutano a prendere decisioni importanti.
Intanto lei mi rivela il significato dei tatuaggi che ha vicino agli occhi.
Si tratta di medicina alternativa: aveva sempre gli occhi arrossati. Così hanno fatto tre incisioni, il sangue é uscito e poi le hanno applicato tre chicchi di riso per tamponare le ferite. Quando sono caduti la sua vista è tornata perfetta e, devo dire, i suoi occhi sono candidi intorno alla pupilla nera e profonda.
Quando la folla di signore contente si dirada, ecco sgusciare da un sacco due grossi contenitori.
Aisha li apre e un profumo delizioso si diffonde, molti ci guardano un po' curiosi e sicuramente invidiosi.
In uno ci sono i colori della natura: tra il cous cous si fanno strada peperoni rossi, olive verdi, mais giallo e chissà quante verdure, tenute insieme da spezie sconosciute.
Poi viene aperto il contenitore del pollo: su un letto di cipolle dorate e profumatissime, alcuni pezzi di carne arrostita svettano con orgoglio.
Il mio angelo dalla pelle bruna ha fatto un piccolo miracolo: sono di ottimo umore e non vedo l' ora di assaggiare quel ben di dio.
Ci augura buon appetito e si allontana ondeggiante con la sua camminata fiera. E non vuole nulla in cambio… of course…
La prima forchettata è una beatitudine: c' è anche un tono piccante ad armonizzare gli ingredienti. La coscia di pollo la mangio con le mani e me ne infischio del bon ton.
Il cous cous on the beach è una beatitudine, ne offro un po' agli amici che sono con me. Mio figlio Riccardo, che non mangia quasi nulla, si mette davanti il contenitore e va a pesca delle verdure che più gli piacciono.
Neri nuvoloni si addensano, provengono dalle montagne. Credo che per oggi la nostra giornata balneare sia finita. Benvenuta pioggia e grazie di esistere Aisha. Ma cosa ho fatto per meritare queste belle esperienze?
Foto GiBi