Danilo Rea che ha fatto cose per Imperia

Il piccolissimo teatro nascosto tra i portoni e i negozi di Oneglia è gremito.
Si chiama "Lo spazio vuoto" e in questo caso è molto pieno.
Ci sono persone dappertutto, persino sul palco.
Danilo Rea si sta per esibire per il pubblico imperiese.
Gli esperti dicono che sia immenso.
L'aspetto è dell'uomo qualunque, normale e gentile.
Si mette al piano. Tutto buio a parte lo spot su di lui.
La coda aperta dello strumento riflette i tasti, li vedo bene dalla mia postazione.
Inizia a suonare, farà Beatles e Rolling Stones in un'improvvisazione jazz.
Il suo viso è quasi impassibile. Le mani iniziano a lavorare sui tasti.
Dopo poco capisco quanto sia immenso.
Le note volano, si rincorrono, si aprono e si chiudono. Impazzano, lui le fa nascere, poi gli sfuggono, si rabbuia, le riacchiappa, sorride appena, le calma e le ammaestra.
Ma subito corrono lontano, mentre tra loro si affacciano melodie conosciute che fanno sorridere e dondolare la testa. Poi si confondono in qualche altra cosa che lo rende nervoso. Ci mette un po' a calmarsi o a calmarle.
Intervallo.
Dice di non sapere bene ciò che sta facendo, di avvertirlo se si ripete.
E' improvvisazione e non si ripete mai, tutto scorre veloce come la vita tra alti e bassi, gioie e dolori.
Dai tasti nasce un'orchestra, non capisco come possano arrivare tutti quei suoni insieme, quante mani ha? C'è qualche altro musicista nascosto.
Lo svolazzo delle note che si arruffano raggiunge il soffitto della sala, le vedo colorate che, una volta emesse, si vanno a mettere lassù, contente di essere esistite, formando temporanei arcobaleni luccicanti.
Lui si distende un po' dopo più di un'ora di lavoro. Si allunga sullo sgabello ma le mani vanno sempre per conto loro.
Forse è in una sorta di meditazione.
Forse, quando suona, lo rapiscono gli alieni e gli fanno fare cose sovrumane, per poi abbandonarlo al suo stato di uomo normale.
E mentre penso questo ecco che un po' alla volta si fa strada Life on Mars, un dolce tributo al grande artista appena tornato tra le stelle. Tutto torna, gli alieni mi stanno dando un segnale, la musica di Bowie va e viene e Rea sembra soddisfatto.
Dopo due ore le luci si accendono in modo definitivo, lui ringrazia con un sorriso gentile.
Torno sulla terra grata per questa esperienza aliena.

Foto GiBi