La magia di Torino: un imprenditore, un castello gotico, alcune opere d'arte e un autore al Balon.


Vi voglio raccontare un’esperienza che ho fatto nella magica Torino, dove sono andata a maggio per il Salone del Libro.
In questa occasione sono salita in cima al Lingotto, sulla pista in cui testavano le nuove Fiat, da dove si può godere la vista della città.
Un mio caro amico che ci scortava ci ha fatto notare la villa di Riccardo Gualino, che pochi conoscono, un personaggio a cui tengo e che, stranamente, ha affascinato anche lui e la moglie, con cui abbiamo scoperto di avere questo interesse in comune.
Gualino era un importante imprenditore dei primi del Novecento, una specie di Olivetti antesignano, di cui mi sono occupata in questo Blog tempo fa, in quanto avevo scoperto l’incredibile castello ideato e fatto costruire da lui a Cereseto, un paesino del Piemonte. 
Se volete conoscere questa storia e avere più notizie del Riccardo, cliccate su questo link.
Tornando a Torino, che mi sembra sempre più affascinante, abbiamo approfittato della bontà dei nostri amici per visitare con loro la mostra permanente del lascito dell’imprenditore e collezionista d’arte, insieme alla moglie Cesarina Gurgo, nei Musei Reali.
Capolavori di Duccio da Boninsegna, Veronese, Manet, Monet, Casorati, cassapanche di legno, una Venere di Botticelli di una bellezza morbida e diafana, un sarcofago romano che stava nel castello insieme a una pallida fontana sorretta da angeli, il Buddha in meditazione, la Sofonisba morente, solo per fare qualche esempio, ci hanno riportato ai fasti dei ruggenti anni Venti, in cui tutto sembrava possibile.
Dovete sapere che su Gualino, personaggio eclettico e davvero interessante, ho un libro: Il grande Gualino, di Giorgio Caponetti, il quale ha fatto una cavalcata lunga più di quattrocento pagine per raccontare le imprese di quell’uomo particolare, elegante, viveur, capace di risorgere dalle sue ceneri e anche un po’ misterioso.
Dico misterioso, perché pare che le sue ville sparse, castello compreso, non riescano più a essere ricollocate sul mercato a causa di una sua maledizione su ciò che gli apparteneva e che gli era stato sottratto perché non allineato al potere.
Ad alimentare la magia tipicamente torinese che aleggia sulla città e sull’imprenditore, dopo la nostra visita al museo, siamo andati nel coloratissimo quartiere del Balon, il mercato delle Pulci di Porta Palazzo.
E, mentre ci aggiravamo attratti da vecchi mobili, libri antichi, suppellettili usciti da chissà quali cantine e soffitte, ecco che avanza uno strano personaggio vestito di scuro, con paglietta in testa, baffetti e barba incolti, bretelle e una giacca buttata su una spalla.
«Ma è Giorgio Caponetti!» Lo riconosce il nostro amico, torinese doc.
L’autore della biografia romanzata di Gualino! Penso io. Non è possibile!
Ci fermiamo a chiacchierare con lui, io sempre più stupita da una tale coincidenza… Voglio dire, Torino è grande!
Non so perché la storia di quest’uomo continui a tornare. Forse perché il caso vuole che, da quando ho scoperto il gotico castello a Cereseto, succedano cose come questa.
Non so se siete attratti dalle storie inquietanti, ma io in giardino ho un pezzo di mattone trovato nei pressi del suo castello fatiscente che avevo trovato per terra. Credo proprio che, quando passo di lì, si illumini, forse per ricordarmi di lui, che probabilmente da lassù vuole dirci ancora qualcosa.
La storia di Riccardo Gualino, sul mio Blog, è quella più letta in assoluto e spero che anche questo racconto della mia esperienza torinese vi sia piaciuto.
Per scrivere ho bisogno di accedere a una realtà differente e spero che mi vogliate seguire, come se fossimo insieme sulla scia di una stella.

Foto GB