Intervista con dieci domande all'autore Marco Buttazzi


Un tempo cronista nel Ponente ligure, mio collega al settimanale "La Riviera", eravamo spesso in coppia, lui come fotografo, io come giornalista. Paparazzo accreditato presso i più prestigiosi festival del cinema (Cannes, Venezia) e della canzone (Sanremo), ha amato molto il giornalismo d’inchiesta, avendo avuto come fulgido esempio i due giornalisti del Washington Post che detronizzarono nientemeno che Nixon. Recentemente si è dilettato a scrivere il suo primo romanzo, Le umane imperfezioni, completamente gratuito su Wattpadper sottrarsi alla dura realtà quotidiana. E conta di scriverne ancora tanti altri.
Per la foto, anche se è di qualche anno fa, ho voluto assolutamente che Marco mi mandasse quella con il suo sosia, Piero Chiambretti, sono identici, non trovate?

1 Parlami di te, cosa fai e cosa hai fatto nella vita, in particolare spiega cosa ti lega al mondo della narrativa.
Ho sempre avuto a che fare con il giornalismo e, soprattutto, con la fotografia in un’epoca in cui non era digitale e per pubblicarla dovevi saper lavorare in camera oscura. Il mio presente e il mio passato non c’entrano nulla con il mondo della narrativa. Posso però dire che ho la fortuna di possedere una libreria colma di classici della letteratura italiana, francese, tedesca, russa e americana. E sul mio comodino c’è sempre un libro di Pier Paolo Pasolini ad attendermi.

2 Cosa scrivi?
Vorrei scrivere racconti che affrontano temi di carattere sociale: storie di disoccupati, di sfruttati, di sottopagati che non arrivano a fine mese. Ma adoro anche la satira e l’umorismo nero che possono migliorare le condizioni di vita nella nostra società, denunciandone e correggendone le storture. Per esempio, nel cinema si può guardare al Dottor Stranamore di Kubrick, a Divorzio all’Italiana e a Sedotta e Abbandonata di Germi.

3 Il tuo ultimo lavoro di cosa parla?
Il mio ultimo lavoro, che è anche il primo, narra la storia di una giovane coppia in grave crisi dopo otto anni di matrimonio. L’argomento è molto severo e crea un profondo attrito tra i due coniugi che, a lungo andare, non sanno più come gestire al meglio la situazione.

4 Come funziona la tua creatività? Quando scrivi? Dove?
Scrivo quando mi si accende la lampadina ed esclamo “Eureka!”. Ovunque io mi trovi. A qualunque ora del giorno e della notte mi si può trovare con il naso infilato nel vocabolario della Treccani o nel sito web dell’Accademia della Crusca. Sono capace di alzarmi da letto, e riaccendere il computer alle quattro del mattino, perché mi è venuto in mente il vocabolo da usare in una particolare situazione.

5 Quale pensi che sia il tuo pubblico?
Posso dirti quale non è: i lettori che hanno meno di vent’anni. Ma per cogliere appieno le allusioni e apprezzare le sfumature del mio testo bisogna averne almeno il doppio. Quindi il mio pubblico di riferimento ha quarant’anni.

6 Come trovi l’ispirazione?
Tentando di ricordare dei film dove il problema di una certa scena o di un certo dialogo sono già stati affrontati e risolti. Tutto quello che ho scritto finora è pieno di minuscole citazioni di classici del cinema, ma non li menziono tutti perché altrimenti dovrei scrivere un libro a parte. Mi limito a indicarne soltanto alcuni e generalmente servono allo scopo. Talvolta mi aprono la strada verso percorsi inesplorati.

7 La cosa più pazza che fai quando scrivi?
Esigo il più totale silenzio. Ma siccome i telefoni hanno lo strano vizio di squillare proprio quando sono maggiormente ispirato, spengo almeno il mio. Tuttavia c’è anche quello di mia moglie da silenziare, ma non si può. Così non mi resta che una soluzione: scrivere alle cinque del mattino, quando si presume che stiano tutti dormendo nel raggio di qualche centinaio di metri...

8 Utilizzi beta reader, come ti trovi?
Benissimo! Sono due ottime collaboratrici con le quali l’intesa è perfetta. Lo devo ammettere: se sopportano un orso come me, non possono che avere la vocazione al martirio.

9 Cosa pensi dell’editoria attuale?
Non mi sono ancora fatto pienamente un’idea. L’editore mi sembra però una versione edulcorata del produttore cinematografico. Dopotutto un libro costa molto meno di un film, quindi il rischio per l’editore è decisamente inferiore.

10 Sei un esperto cinefilo. Analogie tra mondo della letteratura e cinema. Quali sono i punti d’incontro e in cosa si differenziano?
Fino a poco tempo fa ti avrei risposto senza indugio che le differenze erano abissali. Oggi ne sono meno convinto. Certamente il film è una storia narrata per immagini, e il romanzo per parole scritte su carta, ma la differenza si sta assottigliando sempre più.

Foto archivio Marco Buttazzi