Capitolo 8
- il fuso orario che torna indietro di un’ora.
- il portale che ci proietta nel New Mexico!
Si capisce che il Texas è alle nostre spalle sia dall’enorme portale che si trova sulla strada, sia dalla presenza inequivocabile di store in cui vendono marijuana e derivati.
In New Mexico si può fare uso di droghe leggere e in molti aprono attività sul confine, in modo da accontentare tutti. Così verdissime fogliolone di Maria svettano sui cartelli e linde casette promettono vasti assortimenti.
Non manca un'insegna gialla forata da diversi proiettili, e vuoi non fotografarla?
Spero tanto, a questo punto del viaggio, di trovare un Diner, sapete quei locali tipo bar con i sedili fatti a panca e schienale di finta pelle, tutti in fila come in un treno. A destra la vetrata vista posteggio e a sinistra le deliziose cameriere con grembiulino e perenne brocca del caffè caldo in mano che ti chiamano: sweetheart, my dear eccetera.
Ma è tutto chiuso! È la vigilia di Natale! E io ho delle belle pretese.
Finalmente raggiungiamo il nostro hotel che fa parte di una catena: La Quinta. Ne ho incontrati tanti altri sulla strada e sono curiosa di vedere com’è.
Si trova proprio sulla vecchia Route 66, e questo è già un enorme pregio, è un posto di passaggio, accogliente e pratico. Riusciamo a fare una lavatrice e ad asciugare tutto con l’asciugatrice, il figlio scarica app, paga e risolve ogni problema senza battere ciglio, io avrei dovuto sostenere un esame alla Nasa per capirci qualcosa. Mi fido di lui e la nostra biancheria in un’ora e mezza circa torna nella nostra camera pulita e asciutta.
Nella hall troviamo gratis ogni genere di conforto: bevande fredde e calde, in camera acqua per tutti, macchinetta per il caffè, due lettoni giganti e molto spazio per i nostri bagagli che stanno prendendo forme sempre più creative e ingombranti.
Dopo esserci sistemati un po’, usciamo a esplorare Santa Rosa il paesino che ci ospita, alla ricerca di beni di sopravvivenza, specialmente birre, se possibile, e fazzoletti di carta che stanno finendo.
Le strade sono deserte, è già buio, solo qualche supermercato è ancora aperto, all’interno personaggi mal messi, vestiti poveramente, di fazzoletti neanche l’ombra, ci accontentiamo di birre quasi analcoliche.
Vaghiamo da un punto all’altro, sempre in auto, alla ricerca di cibo, ma anche i fast food stanno chiudendo.
Io e il marito troviamo degli yogurt su cui ci avventiamo pieni di entusiasmo e alla fine i ragazzi riescono a recuperare cibo messicano che portiamo in hotel.
Qui allestiamo un banchetto sul tavolo della nostra camera e brindiamo tutti e quattro davanti allo specchio, per un selfie tra i più assurdi della nostra storia.
Ridiamo al pensiero di trovarci alla vigilia di Natale in uno sperduto albergo del New Mexico, che però ha il suo albero addobbato all’ingresso, e nella sconosciuta Santa Rosa, che però esibisce luminarie private e pubbliche come qualunque città importante.
Doccia e sistemazione bagagli, il nostro tour de force continua, dobbiamo essere molto ordinati e precisi per evitare discussioni, dimenticanze, fastidi e negatività.
Finora ci siamo sopportati molto bene, la famiglia regge e il viaggio procede con grande piacevolezza.
Domani mattina sveglia alle sette, Babbo Natale per noi è già passato, regalandoci la possibilità di fare questa incredibile esperienza e gliene siamo grati.
Ora tutti a letto, soddisfatti di questa insolita Christmas Eve, perché ci attende un lungo viaggio verso il Grand Canyon che non vediamo l’ora di visitare.