Calata GB Cuneo


In inverno ci sono i cigni. Al mattino, verso le 8, la luce scende apposta dal cielo per rendere vivo questo luogo. 
Che ci sia il sole o la tempesta amo passare di lì.
Intanto significa che ho trovato posteggio e, dopo le fatiche dell'alba, come ogni mamma, mi posso rilassare durante i 5 minuti di percorso in riva al mare, prima di raggiungere l'ufficio. 
Non capita a tutti di iniziare la giornata con i cigni e il mare!
I cigni: si danno un gran tono in acqua, a volte ti seguono lungo la banchina, con lo sguardo altezzoso. Ma, se qualcuno offre loro del cibo, arrancano per la salita dedicata alle barche e perdono tutto il loro fascino. Io ho un po' paura quando si avvicinano sulla terra ferma. Sono determinati a ricevere qualche boccone d il loro becco mi sembra minaccioso. Meglio ammirarli quando scivolano sull'acqua, ignorandomi.
Un giorno alcuni pescatori caricavano su un'ape dei lunghi pesci spada. Erano bellissimi. Guardavo la loro lucentezza, le pinne ormai inutili, gli occhi ancora lucidi.
I pescherecci dondolano e cigolano con i loro armamentari. Mi piacciono di più quelli vecchi e vissuti, con tanta ruggine, dai nomi evocativi.
Vedo corde, argani, cassette di legno, reti multicolori oggetti che non conosco ma stanno bene in quel contesto.
Si formano variegati capannelli intorno ad alcune barche. Nei sacchetti degli avventori vedo pesci acquistati direttamente dal mare. Sono quelli pescati durante la notte.
Il mestiere del piccolo pescatore mi sembra coraggioso, faticoso e un po' anacronistico. Escono alla sera, anche col freddo, e arrivano al mattino, stanchi, con i movimenti lenti e misurati. Scherzano da una barca all'altra, parlano in dialetto. Qui non sono ancora arrivati i cinesi. 
E' raro, ma può capitare, di imbattersi in qualche pescatore intento a rattoppare le reti.  Hanno una bella manualità e il lavoro è svolto con la  disinvoltura  regalata da anni di pratica: è la saggezza del mestiere, solo chi lo fa da sempre sa.
I miei occhi cercano i balconi più alti, quelli con qualche fiore resistente alla salsedine, una sedia, un tavolino, un piccolo ombrellone e immagino che gioia si deve provare al mattino  presto o al calar della sera, quando i colori si incendiano e l'aria è pulita. La brezza sale dal mare, mista al gusto di salsedine. All'orizzonte una vela beccheggia alla ricerca del prossimo approdo.  Il rumore dell'acqua contro le chiglie.
Guardare il mare fa bene alla salute e non stanca. Gli abitanti di Calata GB Cuneo vivranno sicuramente a lungo.
Un signore con barba da lupo di mare e due cagnolini irriverenti attraversa il mio orizzonte ogni mattina. Una matrona bionda, riccioluta e assai imbellettata sgambetta sui tacchi, lanciando sguardi un tempo assassini.
C'è chi va sui roller, chi pedala, chi corre. I locali sono ancora chiusi, le sedie accatastate o fermate da catene. Solo i bar offrono aroma di caffè e croissant.
Mi fermo sempre per qualche secondo, anche se sono in ritardo, davanti alla vetrina del pescivendolo.
Sul marmo giacciono esanimi pesci freschissimi, ogni volta penso che vorrei acquistarne uno e ogni volta rinuncio, pensando alle ore che lo separerebbero dal frigorifero. 
Verso il fondo della banchina ecco gli yacht di lusso. Un po' mi disturbano e un po' mi attraggono. Sembrano troppo ingombranti per il piccolo attracco di Oneglia. Qui non c'è nulla di lussuoso. I portici antichi, bellissimi, sono tutti scrostati, le botteghe e i locali sono modesti, quasi a scusarsi di essere lì e di occupare spazio con i dehor.
Gli equipaggi, vestiti in tono con la barca, camminano scalzi, hanno l'aria abbronzata da ricchi, respirano un altro mare. Sono tutti belli, magri, sportivi. Lucidano e strigliano perché il lusso deve luccicare.
Preferisco perdermi tra la ruggine e il salino incrostato dei pescherecci.

Foto GiBi