London Calling - racconto di viaggio



28 dicembre
Si parte belli pimpanti alla volta di Nizza sotto un sole meraviglioso.
Il pensiero di andare verso la pioggerella londinese ci fa sentire un po' "nesci".
Riccardo esordisce con questa perla poetica:
Vorrei uscire dall'aereo per mangiare le nuvole.
Sul velivolo ci offrono un improponibile panino gelato contenente oca. Inorridisco e lo riconsegno al l'hostess intatto.
Si diffonde un odore nauseante, ma quasi tutti lo addentano felici.
All'arrivo a Londra il pilota fa ben tre giri in tondo e, finalmente, atterra con un sobbalzo.
Sullo shuttle entro in modalità "felice" che mi prende in vacanza. Qui è già buio.
Ci sono migliaia di lucine natalizie e io ci sguazzo incantata.
L'hotel si trova vicino al museo di storia naturale. È molto carino, mi stupisco di come io riesca a comprendere bene la receptionist… Poi scopro che è spagnola.
Siamo qui con i nostri amici e il loro bambino che ha solo tre anni, oggi ha saltato il riposino ed è stato bravissimo.
Riccardo si adatta a tutto, ormai ha sei anni ed è "reduce" da molti viaggi, a volte mugugna un po', ma gli passa presto. Federico ormai è grande, sa esattamente cosa vuole vedere e dove desidera andare.
Fuori dal museo, un castello gotico illuminato sapientemente, c'è la pista sul ghiaccio. Facciamo fare un giro ai bambini sulla giostra che ad un certo punto accelera in modo inquietante.
Mi congratulo per essere rimasta a terra a scattare foto. La mia amica si è sacrificata per tutti.
Ci sono i saldi. Ci fiondiamo da Harrods. È magnifico e pieno di ogni ben di dio. C'è così tanta abbondanza che non mi viene da acquistare nulla. Mi gira in po' la testa, trovo uno "Spongebob" a metà prezzo e lo rifilo a Riccardo che è un suo grande estimatore.
Federico cerca di perdersi nel reparto tecnologico. A me piace la zona dei dolci. Sono molto belli e, più che mangiabili, li trovo fotografabili.
Usciamo frastornati, seguendo la scala mobile egiziana. È un luogo assurdo dove manichini ammiccanti si affacciano come se fossero in un palco a teatro. Cosa c'entra l'Egitto con Harrods? Va bene che il proprietario è egiziano... ma siamo a Londra!
L'altarino per lady Diana e amico, situato per le scale, si è evoluto.
In una specie di misteriosa clessidra di vetro si trovano il calice dove ha bevuto la principessa e l'anello di fidanzamento… Ma non era ancora sposata con Carlo? Forse mi sono persa qualche cosa. Poco male. L'altare, negli anni, se possibile, è peggiorato. Nella foto lei pare bellissima, ma è taroccata, in realtà era una donna molto comune, solo ben "apparecchiata".
Ci affrettiamo verso il pub. Mi piace molto, è ricco di decori e sotto l'albero ci sono dei regalini confezionati come grosse caramelle che solitamente vengono aperti al termine della cena natalizia, basta tirare le due sommità e salta fuori un regalo.
Il cibo è pesante ma buono, io mi lancio sul salmone, sempre sicuro. La birra rossa è deliziosa e termino con una portata di dolci molto calorica e abbondante. Non riesco neanche a finirla. Torniamo in hotel a piedi, sperando di digerire qualche cosa.
Come primo giorno non c'è male. Domani ci attende la ruota panoramica. Spero di non morire di paura.
Buona notte.

29 dicembre
Colazione ricca, specialmente quella di Federico che si è sbafato anche uova, salame e cose non identificate.
Cerchiamo di prendere la metro ma la linea che ci interessa è bloccata, così optiamo per un comodo taxi che ci porta direttamente presso la ruota panoramica. Salgo con una certa titubanza perché soffro di vertigini. Entriamo nell'ampia cabina. Come mi ha detto la mia amica Elena per convincermi ad andare, al centro c'è una panca, lo spazio è ampio e va lentissima. Faccio molte foto, ma in certi momenti sento la testa vuota.
Proseguiamo per Westminster Abbey, il Big Ben, Buckingham Palace. Passiamo per St.James Park. Ci ricordiamo molto bene della presenza degli scoiattoli e infatti eccoli, ben pasciuti, con delle pancette deliziose. Non hanno difficoltà a trovare cibo in quanto eserciti di turisti offrono loro ogni ben di dio.
Un tempo nei chioschi del parco vendevano le noccioline per loro, ora non più, qualcuno avrà deciso che non sono adatte e allora ci consigliano delle merendine appiccicose che acquistiamo con entusiasmo.
Andiamo a caccia dello scoiattolo da fotografare e, nonostante la pioggerellina sottile, ne facciamo una bella collezione. Non mancano le oche, i cigni, piccoli gabbiani prepotenti, i merli. È un posto magico per i bambini, ma anche per gli adulti. A malincuore abbandoniamo il parco (le panchine sono bellissime, le stesse di tanti anni fa e questo, non so perché, mi conforta).
Proseguiamo a piedi lungo un splendido viale alberato, verso il museo di storia naturale. Camminiamo parecchio, è l'unico modo per vivere la città. Spiego ai miei bimbi che girare a piedi è sicuramente stancante e faticoso, ma fa parte della conoscenza del luogo e merita veramente. Solo così si scoprono mille cose di cui diversamente non si avrebbe conoscenza. Le guide turistiche servono, ma nei miei viaggi sono io a creare l'atmosfera. L'incontro tra me e la città produce un effetto sempre diverso che adoro scoprire.
Londra è molto più pulita, ordinata e piacevole di Parigi. Anni fa il match era stato vinto dalla Ville Lumière, oggi invece spadroneggia la città della regina Elisabetta.
Vediamo la bandiera a Buckingham Palace, quindi la regina è in casa. Cerco di spiegare ai bambini come è strutturata questa monarchia, e il ruolo dei reali, più simbolico che determinante. Non mi piace che qualcuno governi uno stato solo perchè discende da una determinata famiglia. Gli stolti e gli incapaci sono dovunque, quindi sarebbe opportuno che decadessero in modo definitivo. Qui ci tengono molto ai reali. Io li trovo in po' ridicoli e desueti.
Giunti al museo ci appostiamo in una coda chilometrica che si allunga ad ogni istante. I musei sono gratuiti e nei giorni di festa vengono presi d'assalto. Che bellezza! Viva la cultura. Pioviggina, non so come riusciamo a tenere buoni i bambini. Riccardo mangia ben due banane di seguito.
Una volta entrati, corriamo al bar e troviamo gli ultimi tre panini ad aspettarci. Io opto per una provvidenziale, unica e solitaria insalata.
Visitiamo la sala dei minerali, salutiamo la statua di Charles Darwin, vediamo la sequoia gigante che è più immensa di quanto si possa pensare.
I bambini sono molto stanchi, facciamo il giro dei dinosauri, cerchiamo di abbracciare con lo sguardo il mega - mostro erbivoro con la testa piccola e la coda lunga che troneggia nel centro. Giriamo per lo shop alla ricerca dei regalini che Federico vuole fare a qualcuno...
Tornati in hotel ci riposiamo con una doccia calda.
Più tardi arriviamo in Regent Street col taxi in cui Riccardo si trova a proprio agio e, sedendo sul seggiolino contro mano, dice: gli inglesi sono strani, fanno un sacco di cose al contrario e non hanno il bidet.
Ci incontriamo con gli amici, reduci da una prolungata visita ad un magnifico negozio di giocattoli.
Entriamo in un pub proprio bello e ceniamo con birre rosse (io London Pride), patatine fritte, onion rings, eccetera. Riccardo rimorchia un bambino italiano che lo scova tramite il Nintendo DS. Che diavolerie!
Fanno amicizia e si confrontano con la faccia nascosta negli aggeggi elettronici.
Al termine giretto a Carnaby Street... Quanto è carina! Ma ormai i negozi sono chiusi. Peccato. Ancora due passi in Regent Street con grandissime luminarie e via, col taxi fino in hotel. Riccardo si scatena e osserva: se stiamo sul taxi noi ci riposiamo e lui viaggia. Che bella questa "elettricità". Se non ci fosse, saremmo noi a dover consumare energia. Non fa una piega.
Ora siamo sistemati nei rispettivi letti, è l'ora del resoconto giornaliero e della lettura.
Sogni d'oro.

30 dicembre
Si avvicina la fine dell'anno e Londra è in grande fermento. Nei punti strategici vengono montati aggeggi che credo siano altoparlanti. Prendiamo il cosiddetto "Babbeo bus" per fare il giro della città senza far stancare troppo i bambini.
C'è il sole ma da qualche parte una leggera pioggia riesce a raggiungerci... here is London...
Ne prendiamo uno al volo e ci inoltriamo nelle vie cittadine. Litighiamo con le cuffiette e prendiamo un po' di vento. Sono freddolosa, ma quando si tratta di scattare foto, mi trasformo in un leone senza paura.
Arriviamo al Tower Bridge e ci mettiamo in coda per visitare la famosa torre di Londra. Qui sciorino le mie conoscenze approfondite sui Beefeaters e i loro corvi. Riminiscenze della scuola media, un intero capitolo dell'english book era dedicato all'argomento e, non so perché, mi è rimasto impresso. Ro, che ormai sa a memoria questa storia, mi prende in giro e ridimensiona le mie arie da saputella.
L'interno del castello è fascinoso, in una sala una compagnia teatrale recita brani tratti dai racconti di Charles Dickens.
Ci mettiamo in coda per vedere i gioielli della corona.
È lunghissima e, non so come, riesco a convincere i tre uomini reticenti ad entrare. Li convinco sostenendo che sarebbe stato inutile arrivare fin lì senza aver visto quelle meraviglie(peraltro già ampiamente visionate anni prima).
Oggi c'è un tiepido sole ma fa un po' di vento, così si ha una sensazione di freddo. Stiamo ai quattro venti per quasi un'ora, i bambini meritano qualunque premio. Io non sento nulla perché voglio fotografare e rivedere i preziosi gioielli. L'ingresso è decorato da spiegazioni e immagini che mi aiutano a rendere interessante la visita anche a Riccardo che pare entusiasta.
Io ho sempre in po' di perplessità di fronte agli sfarzi perché, nonostante sia affascinata dalle pietre preziose come tutte le ragazze, penso che sono frutto di guerre, assalti, ruberie, violenze, crimini e sopraffazioni. La Gran Bretagna, per diventare un grande impero, ha sterminato popolazioni, depredato e colonizzato, usando la violenza. Quindi le gemme finemente lavorate e assemblate in maniera sublime luccicano di una luce sinistra di potere e di sangue.
Non voglio rovinare la gioia degli occhi, ma un po' di cose è giusto che i bambini inizino a saperle.
La monarchia cammina su tappeti d'oro filati con tante anime sofferenti.
Ovviamente non solo la gran Bretagna poggia i suoi sfarzi sul dolore… Purtroppo l'uomo è predatore in tutto il mondo.
Finiamo la visita dello splendido castello tra i corvi che non lo abbandonano mai(ecco perché non cade), i gabbiani che fanno gli intrusi. Fotografiamo a lungo il meraviglioso Tower Bridge.
Pranziamo verso le 15 in un posto dove fanno solo hamburger.
Ne prendo uno vegetariano "small size" che risulta essere enorme. Regalo alla cameriera miriadi di spiccioli che mi pesano nel portafoglio.
Riccardo sostiene di mangiare il "Krabby Patty", il famoso hamburger del cartone "Spongebob". Io lo assecondo perché la fantasia è un gran bel regalo da scartare con impegno ed attenzione.
Saliamo al volo su un battello per tornare in centro. Il panorama è bellissimo, passando sotto il London Bridge io e Riccardo cantiamo felici: London Bridge is falling down, falling down, falling down, London bridge is falling down, my fayr ladyyyyyyy, la famosa canzoncina che risale al '700.
Il ponte non crolla e passiamo sotto a quello dei Frati Neri di sinistra memoria.
Raggiungiamo Westminster Abbey e da lì proseguiamo a piedi per Covent Garden. La piazza è tutta addobbata per Natale: palle rosse enormi pendono dal centro della galleria, una renna luminosa troneggia nella piazza, il mercatino natalizio è tutto un luccichio. Ci sono spettacoli e intrattenitori, molta gente e allegra confusione. Ci fermiamo all'Apple Store dove i bambini si attaccano ai terminali… Ma pure io… Per accedere a Facebook il programma diffida di me e mi pone una lunga serie di domande sui miei amici, alla fine riesco ad entrare, felice di aver superato il severo esame. Mi arriva pure una notifica in cui mi si avvisa che io stessa sono entrata nella mia area.
Vabbè, lasciamo perdere… A volte la tecnologia è proprio stupida.
Prendiamo un taxi al volo, che bello alzare la mano come nei film e trovare un comodo mezzo di trasporto ai tuoi piedi, e pure bello. I bambini ormai non fanno che richiederlo tutto il giorno.
In hotel ci riposiamo qualche minuto e raggiungiamo i nostri amici nell'area pedonale di Kensington. Qui tutte le case sono ben ordinate, ogni cosa è pulita, linda e decorata per Natale. 
Io, che non sono curiosa affatto di ciò che fanno gli altri, non resisto allo "sbircio nella finestra altrui".
Scopriamo una libreria e sentiamo il suono di un piano. Potrebbe partire una bella storia.
Lo strano di queste case è che paiono disabitate, non ho mai visto qualcuno entrare o uscire. Sarà un quartiere vero o di plastica?
Entriamo in un bar molto grazioso e ben arredato, candele accese(fondamentali per me) e camerieri sorridenti. Mangiucchiamo cose squisite scelte dal nostro amico m. che è un raffinato buongustaio: Pata Negra, formaggi, vino rosso, cucunci, peperoncini prelibati.
È ora di tornare in hotel, fare una doccia combattendo con il teen ager Federico che, come dice suo fratello, ormai vive in bagno, e mettermi a scrivere il resoconto di questa bella giornata.
Domani è il 31! Ultime visite prima di riprendere l'aereo! Che bello scorrazzare per l'Europa!
Vado a dormire, si sono fatte già le 11 e in Italia è mezzanotte.

31 dicembre
È l'ultimo giorno dell'anno. Per me il 2012 è stato bellissimo. Il 2013, viste le premesse, sarà ancora meglio.
Oggi pioviggina, torniamo al museo di storia naturale. È un "luogo non luogo", dentro ci sono il passato, la preistoria, sale enormi e sorprendenti. La coda per vedere i dinosauri non è lunga e presto siamo al cospetto dei bestioni. Fa un certo effetto vedere le loro enormi e possenti gambe.
Il figlio dei nostri amici è il più entusiasta di tutti e mi porta per mano nel passato, emozionandosi ed entusiasmandosi.
È un bambino delizioso, sorridente e felice, quando ci vede si illumina tutto. Mi diverto anche io, circondata da bambini allegri e mascellone spalancate sul nulla.
Troviamo l'area dedicata alla terra. Una lunga scala mobile ci porta dentro al mondo. La scenografia è degna di un film. Attraversiamo sale piene di uccelli e si fa ora di pranzo. Con un taxi raggiungiamo in pochi minuti il ristorante "Rain forest", progettato per i bambini. Si entra in un negozio di giocattoli dove centinaia di animali si affacciano tra gli scaffali. In certe zone cade la pioggia, un grande serpente pende dalla vegetazione sul soffitto, un coccodrillo sguazza nel fiume. Ci divertiamo mentre aspettiamo il nostro turno al ristorante.
Scendiamo una scala durante un temporale amazzonico, cade la pioggia, un gorilla urla e si dimena. Siamo in una foresta piena di sorprese, cascate, corsi d'acqua. Una enorme farfalla sbatte le ali. Una deliziosa fatina bionda fa i tatuaggi ai bambini.
I piatti sono enormi e hanno un po' sempre lo stesso gusto di cipolla, aglio e frittume.
Arriva una enorme rana per giocare con i bambini. Che spasso.
Usciamo nella pioggia fine. La città è invasa dall'umanità, ombrelli multicolori beccheggiano. I taxi e i bus a due piani non si contano. Beviamo un caffè al volo. I nostri amici col bimbo in passeggino si rifugiano in hotel. Noi proseguiamo a piedi con gli ombrelli che si piegano al vento. Camminiamo per Regent Street e poi per Oxford Street, incuranti della pioggerellina. I negozi sono bellissimi, con tre uomini al seguito non accenno neanche ad entrare. Sono in netta minoranza e me ne sto brava senza fare shopping, anche se con i saldi in corso potrei fare affari!
Nell'ultimo tratto, per tornare in hotel, prendiamo l'ennesimo taxi.
Lo shuttle viene a prenderci alle 17… Sorry… Volevo prendere un tè con la regina per chiederle quanti grammi pesa la sua corona. La mia è di carta, molto leggera e riciclabile.
Pazienza, lo farò la prossima volta, tanto Londra è bellissima e so che mi aspetterà.
L'aeroporto è vuoto, la strada che porta verso city è stracolma di auto. Stasera è la notte di Capodanno e noi siamo tra i pochi che decidono di festeggiare in modo alternativo.
Non mi piacciono le feste obbligatorie, Capodanno mi stanca al solo pensiero. Trascorrerlo così è piacevole.
Federico per tutta la vacanza ha chiesto di andare a cena dal celebre chef Gordon Ramsay. All'aeroporto troviamo un ristorante dell'artista culinario. Ma bisognerebbe cenare di tutto punto, quindi si rinuncia.
I miei ragazzi sono stanchi ma contenti, in aereo intoniamo un coro: "grazie papiiii!!!!" Per averci regalato questa splendida vacanza.
Dopo aver pasticciato tutto il giorno mi bevo una birra, scrivo e leggo. Ci scappa anche qualche foto… Of course…
Atterriamo in un aeroporto deserto senza personale, senza controlli e senza passeggeri. Ci imbarchiamo in un'autostrada vuota dove scatta la mezzanotte pochi minuti prima di arrivare in autogrill.

È il PRIMO GENNAIO 2013!
Ci godiamo i fuochi artificiali che vengono sparati in giro. Brindiamo con i nostri amici: bottiglie mignon di Pommery, cioccolatini e candelina, facenti parte del mio "kit di festeggiamento" preparato appositamente prima di partire.
Anche i bambini brindano con un filo di champagne.
In autogrill sfornano profumate brioches calde.
Gli avventori sono: due arabi, un camionista, un personaggio triste e inquietante, un gruppetto di anziani festaioli.
Regalo la candelina beneaugurale accesa alle ragazze di turno che brindano pure loro.
Usciamo tutti felici e partiamo per il 2013.

... London calling to the faraway towns
Now that war is declared-and battle come down
London calling to the underworld
Come out of the cupboard, all you boys and girls...
(The Clash)

Foto GiBi