Il signor Ferrero Michele e la sciura Valeria (che sono io?)


Non amo la Nutella e sicuramente non sono la Sciura Valeria. Ma…
Ma andiamo per ordine.
Tutto iniziò durante una gita ad Alba per visitare la mostra del pittore Felice Casorati alla fondazione Ferrero.
Era una fredda giornata di sole e raggiungemmo la meta subito dopo pranzo. Una discreta coda ci separava dall'ingresso. Giunti quasi all'entrata fui distratta, oltre che dal profumo intenso di cioccolato che proveniva dalla fabbrica, da una grande auto nera con i vetri oscurati. Si fermò accanto a noi, l'autista aprì la portiera e la prima cosa che vidi furono le famose merendine Kinder Ferrero adagiate accanto al sedile. Poi un uomo molto magro, con occhiali neri ed evidenti difficoltà di deambulazione, fu aiutato a scendere dall'auto e accompagnato all'ingresso della mostra da una donna più giovane.
Questa immagine è rimasta a ondeggiare nella mente per parecchio tempo, senza trovare collocazione.
Qualche giorno fa ho visto un titolo di giornale in cui si annunciava la morte del proprietario della Ferrero, il Signor Michele Ferrero.
La cosa mi ha riportata alla visita della fondazione ma è durata pochi secondi.
Stamattina, guardando distrattamente Facebook ho trovato alcuni articoli su Michele Ferrero e mi sono messa a leggerli, sempre più interessata.
Era un uomo speciale, non compariva mai in pubblico, non concedeva interviste, parlava in dialetto piemontese e aveva una visione speciale del suo business.
Aveva identificato la sua acquirente in una donna - mamma che lui chiamava Sciura Valeria: un'entità assoluta, in grado di decidere se i suoi prodotti erano da acquistare o no.
Ogni volta che inventava qualche cosa di nuovo, lo faceva testare dalle Sciure Valeria le quali decretavano in modo insindacabile la qualità del prodotto.
E ci azzeccava: la Nutella, i Ferrero Rocher, le merendine, l'ovetto Kinder più latte e meno cacao. E le pubblicità un po' ridicole ma di grande impatto: chi non ricorda l'ambasciatore e la signora vestita di giallo.
Per ogni invenzione aveva una motivazione: il cioccolato lo comprano compatto? E io faccio la crema, le uova si vendono a Pasqua? E io le faccio tutto l'anno. I cioccolatini si vendono nelle scatole? E io sfusi, incartati come gioielli preziosi.
Esiste pure la Sciura Valeria tedesca, che apprezza i Mon Cheri e nel dopoguerra si consola con cioccolato, ciliegia e liquore a buon prezzo.
Gli aneddoti su di lui sono gustosi come il profumo della sua fabbrica e mi sono persa a cercare tutti gli articoli che potevo trovare sulla sua vita incredibile.
Deduco che il Signor Ferrero Michele fosse un genio e un gentiluomo, sensibile alla sorte dei suoi dipendenti che non abbandonava neanche quando andavano in pensione.
Sarà stato lui, prima di morire, a voler fare un ultimo tour nella sua amata fondazione? E sarà proprio capitato a me di incrociarlo senza rendermene conto?
Mi piace crederlo.
Mi sveglio dal viaggio attraverso la sua vita e penso comunque di non essere una Sciura Valeria… la Nutella non mi piace proprio. Però... mi avvicino al tavolo e noto con autentico stupore che nel piatto dei dolci ci sono: Ferrero Rocher, Pocket Coffee e Mon Cheri e che li ho acquistati proprio io pochi giorni fa.
Il signor Ferrero mi ha accalappiata chissà come e quindi anche io posso chiamarmi Sciura Valeria.
Addio.

Foto GiBi