Amsterdam: dove le signore in vetrina pubblicizzano scarpe



TUTTIFIORI ALL'AEROPORTO - Arrivare all'aeroporto di Shiphol e trovare fiori ovunque fa pensare alla triste accoglienza dell'aeroporto di Genova che ormai sembra la succursale di un campo profughi. Vado in bagno e i lavabi in acciaio inox, perfettamente lustri, troneggiano nel centro di una sala vista piste di atterraggio. Mi guardano sospettosi e mi fanno intendere quanto sia importante il decoro per loro. Non sporco, sto attenta. La sala per il riposo sembra quella di un hotel di lusso, con lucine lilla che escono dalle sedute.


LO STADIO - L'hotel è Holiday Inn, reparto express, che consiglio per la giusta cifra, la comodità, la pulizia, l' organizzazione. Siamo vicino al grande stadio Arena, dove sbuca la metro. Un luogo in mezzo ai campi, bello nella sua modernità. Bottiglie di birra vuote si stagliano a ricordarci che siamo ad Amsterdam! Fede prende subito in mano la situazione e diventa la nostra guida turistica, aiutato da papà Ro, con lo smartphone creano itinerari, scelgono mete, trovano strade. Io sono in vacanza e seguo senza pensare. Che bella sensazione.

ALLA STAZIONE! - Biglietti per tutti i mezzi per quattro giorni e via in centro. Centraal Station. Qui migliaia di persone si intersecano all'interno dell'edificio di mattoni rossi, costruito su più di 8 mila pali, collocati su tre isole artificiali. Un capolavoro. Ovviamente ogni cosa funziona alla perfezione, su certi treni c'è persino la zona silenziosa, dove, se decidi di viaggiare lì, non devi parlare, il telefono non deve squillare e non puoi fare rumore. Magnifico.


POCHI VIZI E TANTE VIRTU' - Camminiamo un po' senza meta, per assaporare la città e finiamo subito nel quartiere a luci rosse dove, a parte il cartello che consiglia di tenere per mano i bambini, non sembra ci sia nulla di strano. I negozi che vendono sex toys sembrano allegre farmacie. Ma ecco che compaiono due vetrine a cui si affacciano signore di una certa stazza in mutande e reggiseno, si contorcono in modo sexy. Riccardo le osserva un po' e poi dice: ma guarda quelle, fanno pubblicità alle scarpe! E fa l' imitazione. Sogghignando ci allontaniamo per infilarci in un negozio pieno di cose dolci. Una ragazza dall'aspetto orientale ci parla in italiano tutta felice di poter rispolverare la lingua. Siamo dovunque, anche travestiti da cinesi. L'ordine e la pulizia rendono il quartiere a luci rosse piacevole e tranquillo, pieno di turisti, ben lontano dai luoghi sordidi che ci si immagina pensando a prostitute e droga.


METTI UN DIVANO SUL GOMMONE - Prendiamo subito il battello che ci permette una vista di questa splendida città dai canali. Le case galleggianti si susseguono: c'è il divano adagiato sul gommone, le amiche appollaiate ad un tavolino mentre sorseggiano l'aperitivo in cima ad una barca, l'orto sulla zattera, è tutto bello e luminoso. La gente allegra e tranquilla.
Ci rilassiamo vedendo un'umanità che si gode la vita, il sole, la birra, i fiori e l'acqua che scorre silenziosa. Fa caldo e sembra che gli olandesi, avvezzi alle nuvole ed alla pioggia, non si perdano neanche un raggio di luce, assaporando le bellezze della natura in un periodo dell'anno così favorevole.


LA COSCIA LUNGA - Centinaia di bici sono accatastate ovunque e virago bionde dalla coscia lunga sfrecciano con le chiome al vento. I miei familiari vorrebbero affittarle, (le bici, non le bionde... almeno credo) ma io mi sento insicura sulle due ruote, ho la coscia corta e i capelli castani e mi rifiuto, patteggio gite separate: io a piedi e loro in bici, faccio notare le carovane che si spostano pericolosamente in un attimo, le rotaie in cui possono finire le ruote, insomma, scatta l'ansia e più ci penso più mi convinco che è meglio evitare drammi. In pratica io contro il resto del mondo: hanno persino le rampe accanto alle scale per far passare i loro mezzi. Non apprezzo e li lascio a districarsi nel caos del traffico.



BULBI E COLORI - La nostra amica Anna chiede un bulbo di Amarillys via whatsapp e, stranamente, dopo pochi minuti, ci troviamo proprio al mercato dei bulbi. Li comprerei tutti ma Ro mi guarda male, sostiene che non passano nel bagaglio a mano (non è vero ma le scova tutte per bloccare l'acquisto inconsulto) e tanto la stagione è già inoltrata per piantarli. Ne acquisto uno: una pianta che fa una palla di fiorellini. Ce l'ho fatta! Per punizione prendo una storta non grave.
Ecco delle strane radici: sono fragoline, meravigliose e mai viste. Fiori e ancora fiori si affacciano da ogni angolo e scoppi di colori dipingono il mercatino. Il proprietario di un chiosco offre del cioccolato a Riki.


SE LA STRADA SI METTE IN VERTICALE - A pochi km dal centro un paesino coloratissimo ci accoglie. E' Zaandam. Fede adocchia subito il negozio di Primark e, finché non andremo a fare shopping lì, ci perseguiterà orrendamente.  Giriamo un po' a vuoto alla ricerca dei mulini  a vento e ci troviamo di fronte ad una strada che si solleva lentamente, tutti fermi ad attendere il passaggio delle barche, poi la strada ridiscende, tornando ad essere una qualunque e banale via. Pranziamo su una chiatta sul canale e percorriamo un porticciolo affiancato da deliziose casette: c'è un sole meraviglioso, la banchina di legno scuro, un gruppo di pulcini di anatra sguazzano con la mamma. Le case mi colpiscono. Hanno il soggiorno sul piano strada, all'esterno tavolini e sedie ben ancorati per affrontare i rigidi inverni e tante piante che si affacciano nelle ampie vetrate. Mi immagino all'interno di quella casa: da lì vedo il piccolo giardino, l'acqua nel canale, le case dall'altra parte con i loro colori e le forme bizzarre, le facciate ricamate. Un sogno. La luce è viva e fa brillare le forme. Le persone stanno fuori a bere i raggi del sole: mangiano, dormono, leggono, curano le piante. Fragoline pendono dai vasi. Conoscono e apprezzano la luce.


IL GELATO NAPOLETANO TRA LE PALE DEI MULINI A VENTO, UN TOPO E IL CIOCCOLATO - Ci avviamo verso i mulini a vento a Zaandijk. Raggiunto il sito pare che sia necessario affittare bici o risció. Tutta la famiglia vuole inforcare l'odioso mezzo. Lo provo, è un mostro per donna alta. Mi terrorizzo, lo poso e decreto che andrò a piedi. Punto. Per Riki non ci sono mezzi. Si va a piedi. Evviva. Una stradina per i pedoni, una via per le bici. Ed ecco il personaggio: il gelataio napoletano un po' fulminato, racconta la sua storia senza sapere che scriverò di lui. 45 anni a vendere il gelato italiano dal suo carretto. Il suo italiano è stentato, non ci molla più. Mi cade un po' di gelato, vuole farmene un altro. Ha il cuore grande e un po' di nostalgia. Poco avanti, fuori da un delizioso negozietto che vende cioccolato, cioccolata e tutto ciò che si avvicina a questo prodotto, ecco un topino, pare addestrato, si fa pure accarezzare dai turisti e sbaffa tutto ciò che trova, correndo avanti e indietro, creando buffe coreografie. È la star dei mulini a vento.
Girano morbidamente sull'acqua, li guardo con affetto, grata per la loro esistenza. I mulini a vento sono tra le cose che mi rapiscono, chissà perché. Mi sdraio sotto un grande albero. Guardo le pale che girano ignave nel cielo. La felicità potrebbe essere questa. Sotto ai mulini le case di legno ricordano vite antiche, ritmi persi nel tempo. Potrei trasferirmi qui, tra i fiori, le case colorate, l'acqua e le romantiche pale.





PER UN PIATTO DI PATATE - Una leggera pioggia ci accompagna al museo Van Gogh. Che colori, che pennellate, che bellezza! Quanto siamo fortunati a vedere da vicino le opere del pittore. Anche i nostri ragazzi apprezzano e si divertono. Finito il giro ci rendiamo conto di non aver visto i famosi "mangiatori di patate".
Un signore, che pare la sappia lunga, ci confessa che il dipinto è volato in Norvegia. Ci rimaniamo male e sfrecciamo al museo dei diamanti.
Un addetto dall'aspetto severissimo chiede all'ingresso la nostra nazionalità che verrà bellamente ignorata perché il gruppo in partenza viene seguito in inglese. Ma noi capiamo lo stesso… tiè. Finita la spiegazione ci rendiamo conto che conoscere un diamante è praticamente impossibile. Neanche i tecnici possono sapere se è naturale o creato in laboratorio. Per tutto il resto c'è la garanzia. Ne so quanto prima ma la luce azzurrina di certe pietre è davvero attraente.
ACQUA - E' ovunque, i canali scorrono tra le case e sono i protagonisti. Barche di ogni tipo solcano l'acqua che offre riparo e via di comunicazione, donando al paesaggio una eccezionale grazia.




BIRRA E ANCORA BIRRA - Dovunque tu vada trovi birre spettacolari ad accompagnare il cibo che a dire la verità è più buono del solito. Non ci lamentiamo e troviamo sempre ristorantini o chioschi in strada per sfamarci, scegliendo birre speciali che gratificano il palato.


Decidiamo di andare a visitare il museo della Heineken. Si chiama Heineken's Experience e in effetti, tra le altre cose, ti ritrovi in una saletta a ballonzolare come una vera bottiglietta di birra, imbottigliata, spruzzata, scaldata, etichettata, poi vieni catapultato in una serie di locali con musica a stecca, luci stroboscopiche, bar e giovani in preda alla famosa etichetta. A noi non piace molto ma è tutto divertente.


LUOGHI COMUNI - Ovviamente non si possono evitare le cose che hanno reso famoso un luogo, quegli elementi che vengono inculcati da quando siamo piccoli: l'olandesina con il tipico cappello, gli zoccoli di legno, i fiori, i famosi formaggi olandesi. Nella foto ho immortalato simultaneamente olandesina e formaggi, cosa di cui vado fiera.


PERSONAGGI - Ad Amsterdam, come in tutte le grandi città, si trovano personaggi particolari che non posso fare a meno di fotografare utilizzando strategie poco convincenti. In genere se ne accorgono tutti. Ho trovato due vestite da ape, un gruppo di giovani che sembravano pronti per essere dipinti da Manet, due orientali seduti amabilmente su una panchina (lei in abiti tradizionali) a consumare la loro colazione vista mulini, una signora dal buffo cappello che gustava cibo da strada, una specie di nero texano che si aggirava con fare misterioso, due personaggi da circo con a carico ben due figli, una signorina con abbaglianti calze rosse.




LA METRO - Questo è un regno particolare, tutto funziona perfettamente, i sedili sono puliti, le persone si comportano bene, basta fare i biglietti entrare e uscire, in pochi minuti si raggiunge qualunque posto.


I TRAM - Sopra la terra ci si sposta velocemente, i tram sono in perfetto orario e ce ne sono tanti. Basta ricordarsi di fare check in e check out, come ricordano in modo ossessivo dagli altoparlanti, all'ingresso c'è un dispositivo rosa, passi sopra il ticket e il gioco è fatto. Già che c'ero ho immortalato una signora vestita di tutto punto, molto elegante, che nella mia testa tornava con il nuovo marito dal suo tardivo matrimonio in municipio e, per festeggiare, si beveva una nazionale birra Heineken. Poteva finire nella sezione personaggi, nella sezione birra oppure nella sezione tram, ho scelto quest'ultima perché tornare dal proprio matrimonio in tram è originale. Magari invece andava solo a fare la spesa. Perdonatemi.


130 ANNI DI WATERLOO PLEIN MARKET - Eccoci finiti nel mezzo di una festa! Il mercatino delle pulci festeggia 130 anni e personaggi rossi e bianchi sfrecciano su trampoli e enormi ruote, suonando e ballando. Qui si trova di tutto: vecchi LP in vinile, barbie mezze morte, abiti di spose abbandonate, scarpe che videro tempi migliori, antichi barattoli di biscotti ammuffiti, vestiti usati alla rinfusa, una pacchia per la mia macchina fotografica.

NEMO - Scopriamo che c'è un museo interattivo della scienza, adatto ai ragazzi. Eccoci arrivati. E' un grande parco per far funzionare il cervello, pieno di giochi intelligenti, trucchi, effetti speciali. In una sezione si trovano informazioni sessuali per adolescenti. In un gabbiotto basta infilare il braccio in una lunga lingua sotto vetro per contattare la lingua dell'altra persona e simulare un bacio. Riki si diverte molto e impara una cosa nuova. Un percorso insegna le basi del sesso. Ci vorrebbe anche da noi, considerata l'ignoranza in cui navigano molti giovani.


ABERCROMBIE - Ogni volta ci tocca: giro per l'orrido negozio profumato, buio e rumoroso. Il ragazzo mette i musi se non lo accompagniamo. A guardare bene i locali realizzati in finto stile antico e un po' nobile, le immagini sono ambigue, uomini mezzi nudi affiorano dagli affreschi, sederi e muscoli guizzano da ogni dove. Attendiamo che si compia il giro, che la carta di credito si alleggerisca e mestamente usciamo.


LO ZOO A FAVORE DEGLI ANIMALI: CI SONO E LI VEDI MENTRE A  MICROPIA CI SONO MA NON LI VEDI- Non vado volentieri allo zoo, Riki ci convince e ha ragione. Il bar offre prodotti naturali, a base di ingredienti sani, è di legno chiaro, piacevole bere un succo o assaggiare la torta alla frutta. Giriamo in un grande parco, ricco di vegetazione, fiori, piante di ogni specie, gli animali ben curati hanno grandi spazi per vivere, molti sono liberi. Riki completa la sua educazione sessuale osservando leone e leonessa che si accoppiano. Io rimango affascinata dalla sezione dedicata alle farfalle: in un ambiente tropicale, ricco di piante e acqua, coloratissime farfalle svolazzano tra i visitatori. Accanto allo zoo c'è Micropia, un centro scientifico dove prendere confidenza con microbi e microrganismi. Microscopi fanno scoprire cose che non possiamo vedere ma ci sono: animaletti dall'aspetto primitivo che ci circondano e vivono su di noi, è organizzato benissimo e i ragazzi si divertono a timbrare le schede che poi verranno proiettate per rivedere ingranditi i personaggi lunari incontrati nel percorso. Esco grattandomi... chissà perché.

È l'ultima sera: ceniamo in un ristorante, brindiamo alla nostra famiglia e al  nostro metodo di viaggio (non ancora brevettato) che comprende un mix di mete che possano accontentare tutti, la gioia della scoperta, la piacevolezza di utilizzare tanti mezzi di trasporto (escluso le bici), i cambi improvvisi di programma, le comodità degli hotel, l'accurata selezione dei partecipanti, l'assaggio di cibi nuovi con moderazione, la sopportazione reciproca anche quando siamo stanchi e per tutto il resto… BIRRA!!!

Foto GiBi