In Bruges (ovviamente)


È il paese della cuccagna: patatine fritte, cioccolato e centinaia di tipi di birre. 


Dopo aver visto il film "In Bruges" e aver letto decine di gialli di Simenon ambientati tra i canali del Nord, ho inserito questo viaggio tra i desideri. Basta essere determinati e tutto si avvera: siamo sul treno che dall'aeroporto ci porta a Bruges. La campagna belga sfila sotto al sole. Casette dai tetti spioventi fanno da sfondo ai campi di granturco e alle mucche. 
Ecco i quadri di Bruegel dal vivo. Ro ricorda il mostro di Marcinelle. In un ambiente apparentemente inoffensivo e bucolico tutto può accadere... ma non ci dobbiamo pensare.






Posiamo i bagagli in una stanza che si affaccia sui tetti e sui campanili. Sul comodino c'è lo spray da mettere sul cuscino come aroma terapia. Il soffitto è intersecato da assi di legno che rendono la camera affascinante e piacevole.
Alla fermata del tram un uomo è sdraiato per terra, apparentemente ha perso i sensi, alcune persone lo aiutano. Mi viene subito in mente il film e il protagonista che, dopo una serie di avventure afferma: "I don't wanna die in the fucking Bruges!" Credo pure lui.
Saliamo a bordo di una barchetta che si riempie di turisti. Una specie di Brad Pitt un po' ciucco ci guida tra i canali bofonchiando in tre lingue che suonano tutte uguali e strascicate.
È una delle cittadine più belle del mondo a mio avviso. Lo sapevo, lo sapevo.



Dovunque ti giri vedi bellezza e i cigni navigano accanto alle imbarcazioni, senza paura, candidi e regali.


La piazza principale è circondata da palazzi merlettati, la famosa torre di Beffroi, dove si è svolta una parte del film, è il simbolo della città ed emette note che viaggiano soavemente, accrescendo la magia. Ci sentiamo a nostro agio e vaghiamo rilassati. 


Al mattino scegliamo una pasticceria che dalla vetrina promette delizie. La titolare ci consiglia cestini ricchi di brioches croccanti di ogni genere che diffondono profumi e aromi. Si chiama "Prestige", per chi fosse interessato. In una saletta tutta pizzi e fiorellini servono la colazione in tazze raffinate con posate d'argento.

 

Passeggiamo fino alla torre, l'aria è frizzante. Ci sono 400 scalini su cui arrancare.


Lo spazio è stretto, è difficile far passare chi scende. Inizio a sudare e a non sentirmi bene. Mi ricordo che soffro di vertigini e nei luoghi angusti mi sento svenire, tutti i mali del mondo mi colpiscono. Giunta quasi in cima mi arrendo e mi fermo nella stanza del carillon. Un meccanismo enorme si attiva in certi orari, grandi ruote si incastrano, cerchi dentellati girano trovando il giusto ritmo. Legno e ferro scambiano rumori a scatti. È la stanza del tempo. Qui un'entità misteriosa governa il tempo del mondo e lo fa suonare. Ed ecco che parte, sento la melodia, osservo e capisco perché dovevo fermarmi, era per assistere a questo!
Becco una sposa vestita esageratamente da sposa. La fotografo per il suo essere eccessiva. È l'essenza del wedding day. Il mio rapporto con la festa di matrimonio non è dei migliori. Sembra una meringona accompagnata da uno sposo vestito da statuetta delle torte da matrimonio. Sono terribile ma anche loro non scherzano.


Avete mai sentito parlare del beghinaggio?
Un tempo qui venivano a vivere donne che sceglievano una vita di carità e castità: le beghine.
Laghetto, cigni, semplici casette bianche, silenzio e alberi fanno capire tante cose su queste donne.



Due amiche chiacchierano amabilmente sull'erba contemplando le antiche dimore. L'intesa e la complicità che nascono tra le donne è unica e speciale. Qui le beghine avranno potuto sperimentare e sviluppare questo sentimento in una cornice di pace e serenità.


Ceniamo al "Gambrinus", consigliato su Tripadvisor, assaggiamo le proposte di birre sistemate in un bel porta bicchiere di legno... Cose da turisti quali siamo. Brindiamo e ci godiamo la compagnia dei nostri figli. Ormai portarli con noi è un piacere.


E come non andare a vedere la fabbrica della birra? Non ne perdiamo una. Qui fanno la birra Zot, le recensioni sono anche un po' negative, dovute a chi fa fare il tour dell'azienda. Arriva un personaggio sgarbato e antipatico, già mi pento di aver preso i biglietti, invece fa entrare solo le persone davanti a noi e ci capita un signore gentile e disponibile. Tutta la visita è in inglese, ma ce la caviamo. Cerchiamo di tradurre qualche cosa velocemente a Riccardo e sfiliamo tra botti, antiche bottiglie, tubi, fino ad arrivare sul tetto dell'edificio. La vista è stupenda, c'è un bel sole caldo, l'azzurro è totale. Scendiamo e assaggiamo il frutto del lavoro dei birrai rimanendo molto soddisfatti.


In una piazzetta deliziosa per i suoi edifici un musicista sfiora una specie di pentola convessa, emettendo suoni mai sentiti. Non c'è nessuno, gli regaliamo qualche monetina, se la merita, ci lasciamo andare su una panchina e ascoltiamo un po' intontiti la sua musica irreale. Intorno bellezza ed armonia. Nel film "In Bruges", ad un certo punto, uno dei protagonisti dice: "This is the life".


La passeggiata serale tra i canali finisce troppo presto. Le luci gialle, gli edifici che si specchiano nell'acqua, i cigni che ti vengono incontro. Ecco, manca solo la nebbiolina dei miei sogni. L'atmosfera calda è poco simenoniana ma accettiamo con gioia questa natura matrigna e molto romantica.



Lasciamo la città in treno, è un paese a misura d'uomo, leggero, pulito, piacevole, con il giusto numero di turisti.  E poi ci sono i cigni che di notte fanno la loro figura.


Foto GiBi