
Siamo in viaggio diretti a Ravenna. La città dei mosaici. In auto è radunata la nostra famiglia e propongo di leggere qualcosa a proposito di ciò che andremo a vedere.
L'hotel che abbiamo prenotato un po' frettolosamente è un antico palazzo molto interessante per gli affreschi e la struttura, si chiama Galletti Abbiosi, è una residenza nobiliare del Settecento, situata nel centro storico. Cerco informazioni per conoscere meglio il luogo, ma l'approfondimento riserva delle sorprese: pare che questo palazzo costituisca l'eredità di alcune orfanelle della città di Ravenna.
Ecco la storia contenuta in un libro: "Il testamento tradito", di Cristina Rizzi, la figlia di una ereditiera, edizioni del Girasole.
A fine 800 il Conte Galletti Abbiosi lascia il palazzo, appartamenti e terreni alle ragazze orfane della città che vi dovranno soggiornare fino al raggiungimento della maggiore età, per poi ereditare tutto. A dirigere l'orfanotrofio sono le Suore di Carità ed un comitato formato dall'Arcivescovo di Ravenna, dal Sindaco, dal presidente della Cassa di Risparmio di Ravenna, e da altri personaggi altolocati nella società, secondo le informazioni tratte da un articolo de "La Stampa" del 2012.
L'immensa fortuna di uno degli uomini più ricchi d'Italia quindi viene lasciata alle sfortunate ragazze, assicurando loro un futuro fatto di certezze e un po' di sollievo dalla cattiva sorte.
Le bambine soggiornano nella residenza fino agli anni '70. Purtroppo il loro trattamento, che sarebbe dovuto essere eccellente secondo le disposizioni del benefattore, è terribile.
Le suore sfruttano il lavoro delle ragazzine, non le pagano come dovrebbero per i loro lavori. Non vogliono farle studiare, le umiliano e usano violenza fisica e psicologica, come raccontano le ex bambine in alcune interviste rilasciate da adulte sia ai giornali che in tv. Soffrono la fame, spesso il loro cibo è ammuffito, rovistano nella spazzatura tra gli avanzi delle suore che le fanno lavorare al freddo in cortile d'inverno, con la neve. Niente regali, nessun affetto.
Sembrano storie uscite da un libro di Dickens, invece è la realtà, seppure incredibile.
Il gruppetto che dovrebbe fare da garante del testamento, approfitta bellamente del potere acquisito e, negli anni '40, vende le proprietà ad un privato che rivende alla Cassa di Risparmio di Ravenna, palese conflitto di interessi. Il tutto finisce ai preti e poi ad associazioni varie, pare sempre di stampo religioso. Prendono 5 miliardi di lire in occasione del Giubileo e il bene, sottratto alle legittime proprietarie ignare di ciò che avrebbero dovuto possedere, diventa un ostello religioso e poi albergo di lusso dove ovunque campeggiano altarini, croci e c'è anche una cappella per la messa.
Et voilà l'eredità e servita!
A noi tocca andare lì, siamo scioccati da questa storia, e dare soldi ad una struttura che è nelle mani di persone sbagliate ci dà un grande dispiacere.
Intanto, continuando a spulciare tra articoli di giornali, interviste e racconti, scopriamo che le ragazze al raggiungimento della maggiore età, venivano sbattute fuori anche durante la notte, in totale solitudine, senza soldi, aiuti, amore.
Per un caso, dopo molto tempo, hanno scoperto la verità, e nel 2009 si sono riunite denunciando alle autorità competenti l'accaduto.
Ormai sono adulte, sono passati 40 anni, alcune sono anziane, altre non ci sono più, erano circa 300. Si cercano, si riuniscono e agiscono. La Curia non rilascia dichiarazioni. La situazione è vergognosa e imbarazzante.
Il Giudice di Ravenna, con una incredibile sentenza, ha deciso che non hanno più diritto ai loro beni, grazie a cavilli ed interpretazioni, e anzi, le ereditiere dovrebbero anche pagare 60.000 euro (!) all'ente religioso per le spese legali.
Tralascio ovvie considerazioni sull'etica di questi religiosi che si ergono a detentori di moralità per poi comportarsi in questo modo. Gesù, se mai c'è stato, si rivolta in paradiso.
Arrivati in hotel, prendiamo possesso della nostra bellissima ed ampia camera, tutta affrescata. La struttura è imponente ed elegante. Non siamo contenti ma speriamo che il soggiorno sia gradevole.
Giunta la notte, ci corichiamo ma non riusciamo a chiudere occhio.
La camera sembra stregata, il pavimento si muove, l'armadio sbatte, io sono molto inquieta e non posso credere al mormorio costante della stanza.
Cosa succede?
Immagino ci sia il fantasma di una di quelle ragazze. Le chiedo il nome, così, tanto per sdrammatizzare, ma nella mia mente arriva sparato e immediato: "Rita".
Ho i brividi. Sono un po' spaventata, ma penso di poter parlare con lei, almeno ci provo.
- Ciao Rita, potresti farci dormire? Noi non vogliamo causare disturbo, non sapevamo la storia di questo palazzo quando abbiamo prenotato il soggiorno, siamo profondamente offesi e turbati da ciò che è accaduto. Perdona la nostra intrusione, ti prometto che farò la mia parte per raccontare ciò che so sul mio blog.
Non so se ci sia stata una Rita in questo palazzo, non so se mi abbia potuto ascoltare, ma da quel momento tutto è tornato in silenzio nella stanza, io ho potuto dormire un po' e ora, come promesso, sono qui a raccontare la storia delle orfanelle che attende una nuova puntata in tribunale. Giustizia deve essere fatta.
Dedico questa storia alle coraggiose orfanelle di Ravenna, se Dio c'è, che le ascolti, hanno già sofferto abbastanza.