Il sonno della ragione genera mostri

Le chiavi non entrano nella toppa. La mia mano sembra di gelatina. Frugo nella borsa. Oggetti inutili.
Dov’è il cellulare, così faccio luce in questo buio pesto.
Caspita! Le 5.17, ho fatto tardi con quel bastardo. Sento ancora le sue manacce addosso e i lividi che mi ha lasciato. Sono una vera cretina.
Le chiavi cadono a terra. Mi chino, le dita nervose: avanti e indietro, a destra e a sinistra.
Un rumore mi fa sussultare. Sarà di nuovo lui?
Mi gira la testa, tre spritz e… una birra, forse boh, piccola però.
Eccole! Getto a terra la borsa e con mani tremanti provo a centrare il buco. Se lui mi ha seguita devo rifugiarmi in casa, al più presto. Era completamente ubriaco e fuori controllo.
Una sirena assordante mi estrae dal pericoloso bozzolo di incoscienza e alcol che mi ha guidata fin qui. Manate sulla parete, la luce, un abbaglio. Riesco a bloccare l’urlo dell’allarme, mi sono proprio scordata di averlo attivato.
L’ansia sale, raccolgo la borsa, entro, sbircio fuori, nel buio. Silenzio.
Richiudo la porta di scatto.
Mi spoglio in corridoio, i vestiti decorarono il pavimento con i tristi colori della serata.
Nella doccia faccio scorrere l’acqua bella calda. Il getto fluido e affettuoso mi accoglie senza chiedere niente in cambio. Avvolta nell’accappatoio mi dirigo in camera.
Respiro profondamente per smorzare l’inquietudine. Un altro rumore.
Striscio i piedi sul parquet e torno al portone, attacco l’orecchio. Silenzio. E poi un altro fruscio, come di piante smosse, ma con vigore.
Perché non ho fatto mettere la telecamera? Dovevo dare retta all’elettricista.
Le mani sudano come rane bavose.
Tatami, attizzatoio e mi accoccolo qui, gli occhi sbarrati.
Il freddo si impossessa delle ossa, i rumori continuano. È lui che mi aspetta. Il cellulare pronto sulla chiamata di emergenza.
La paura mi blocca fino all’alba, quando, sfinita, mi decido ad aprire la porta.
Infilo un occhio nella fessura e…
Buon compleanno! Le mie amiche!
Colazione a sorpresa in giardino.
Fuck you!

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Immagine da web: acquaforte di Francisco Goya
El sueño de la razón produce monstruos - rivisitata a colori pop.