Le mani - racconto in venti righe - vincitore del contest - tema: funerale


Con viva e vibrante soddisfazione pubblico il mio racconto breve che ha vinto il contest su FB. È la seconda volta che mi premiano e questo mi riempie di gioia perché in questo gruppo ci sono penne raffinate e scrittori che meritano ben più di me la vittoria. Il tema non è dei più allegri, e il fatto che abbia vinto proprio su questo, non so se sia una cosa positiva, ma spero di regalare un po' di emozione anche a chi lo leggerà. Come sempre si tratta di invenzione.

Tu giochi a fare l’estetista Pulcetta. Le mie unghie stanche disubbidiscono alle tue manine, che cercano di smaltarle.
Ma il mio cuore è sotto casa, sulla strada. Dove tutto è silenzio, perché sta passando il carro funebre. Le persone dietro, a piedi, le immagino vestite di nero, con lo sguardo verso le loro mani giunte, sul grembo. Non riescono a guardare la bara di legno chiaro.
— Vieni qui Pulcetta, vieni dalla nonna, non ti affacciare alla finestra, perché oggi piove e il tempo è grigio. Là fuori ci può essere il lupo cattivo. Metti lo smalto rosso, così questa sera sarò bella per tuo nonno, quando torna.
— E papi? Dov’è papi?
Potessi rispondere la verità, Pulcetta, ma la verità non è fatta per te. Ti copriremo con un mare di menzogne, sarai sola in mezzo alla vita, che andrà avanti e ti dovrai arrangiare, perché io non ci sarò per sempre a proteggerti. Sei una donna, dopotutto, e noi donne non siamo fatte per resistere? Vedi, anche ora che sono spezzata dal più grande dei dolori, sono qui, a giocare all’estetista, mentre di sotto sfila la morte.
— Papi è andato a prendere le sigarette, col nonno, magari si fermano un po’ al bar, stai tranquilla.
Torneranno, sì, dopo aver gettato una zolla di terra sulla bara di legno chiaro.
Il rumore del coperchio, quando l’hanno chiusa… quei chiodi sono scesi dritti nel mio petto, con uno stridio di trapano.
— Nonna, perché tremi?
Io non tremo Pulcetta, sono le mani che vanno per conto loro e cosa ti possono raccontare le mani? Loro vogliono dire la verità, ma io le stritolo, perché devono tacere.
— Adesso mi metti la crema profumata alla rosa e vedrai che non tremeranno più.
Mia figlia, tua madre, è di sotto, sdraiata nella sua stretta casina di legno, non può nemmeno alzare la mano per salutarci l’ultima volta. E le mie mani tremeranno per sempre.
#sese20righe_partecipareaunfunerale
Questo pezzo l'ho "preso" dal mio romanzo: "Ladra di mamme", cambiando pov e modificando i protagonisti. Il funerale della madre, a cui la figlia non partecipa, perché non consapevole di ciò che è accaduto, mi sembra un momento intenso e pieno di significato, su cui ragionare per estrarre le sensazioni delle persone coinvolte.

Foto G.B.