Io, personaggio narrato in terza persona - raccontino su ordinazione


Codàrdia. Il marito la chiamava così. Ormai aveva terminato il suo primo romanzo e il lavorio per prepararsi alla pubblicazione sembrava eterno. Ogni scusa era buona per rimandare.
Ma cosa si era messa in testa quella pazza? Si era messa in testa di scrivere un romanzo tutto suo, intenso come quelli che le avevano tenuto compagnia fin da piccola. Curato, pieno di particolari, con tante avventure.
Ma il tempo? Dove trovare il tempo?
Per un caso fortunato vinse un tablet, non di quelli cari, ma abbastanza decente da permetterle di scrivere dovunque. E così, l’aggeggio, nero fiammante, divenne parte integrante della sua borsa. Mentre i figli nuotavano come papere in piscina, seguivano con scarsi risultati il corso di pianoforte, si lanciavano goffi in battaglie corpo a corpo di karate, lei scriveva.
Un capitoletto dopo l’altro, sembrava che le parole sgusciassero dal nulla.
E sorrideva. Rileggeva, correggeva e, ancora una volta, sorrideva.
Ma come aveva fatto a non pensarci prima? Scrivere il suo romanzo era esaltante, le noiose ore dei corsi dei figli si erano trasformate in pura gioia.
Non vedeva l’ora di avere anche una sola ora tutta per sé. Una volta consegnati i rampolli all’insegnante di turno, si metteva in un angolino tranquillo, spegneva il cellulare, e iniziava a scrivere.
Di notte si svegliava di soprassalto e, accendendo la torcia del telefono per non disturbare il marito, buttava sul piccolo notes che teneva sul comodino frasi che le sembravano epiche tipo:
“scrivere significa tenere sotto controllo passato, presente e futuro, non necessariamente il tuo.”
Salvo poi cestinarle al mattino. Finché decise di inviare il suo prezioso lavoro a una editor. Attese la scheda tecnica per settimane, e, quando arrivò, capì che quello sarebbe stato solo l’inizio di un lungo percorso di consapevolezza: il romanzo era tutto da rifare.
Ma non si diede per vinta. Si mise a studiare, a provare altre strade, ad ascoltare lezioni di narratologia, a stampare consigli e a raccogliere informazioni.
Un nuovo, meraviglioso mondo, le si svelò: non era ciò che aveva immaginato, no, ma in quell’universo complicato, difficile, pieno di insidie, conobbe alcune persone con la sua stessa passione, con cui iniziò a confrontarsi, cercando il meglio nella propria scrittura e in quella degli altri. Tra tanti lupi c’erano anche persone per bene, con cui godere insieme della scrittura e della lettura.
Con impegno terminò il suo libro, divenne beta reader e cercò di restituire agli altri ciò che aveva ricevuto a piene mani: la gioia di poter essere parte del mondo dei libri,
non importa se come scrittrice o come lettrice,
in fondo capì che si trattava di una cosa sola,
che la pagina già scritta o ancora da scrivere
è un dono immenso
che solo pochi privilegiati possono ricevere.
E lei era una di quelli, anche se, ancora per un po’,
si sarebbe chiamata Codàrdia.

#seseiopersonaggio - FB - a cura di Lucia Codato