
Le onde del tempo si infrangono pacificamente sulla mia anima.
Ogni piccola informazione aiuta a formare il quadro di quei lontani anni Sessanta, quando non ero ancora nata.
Cerco in Google le tracce. Archivi di giornali.
E, proprio il giorno dell'anniversario, mi arriva dal passato una sorpresa.
Centoventinove donne alpiniste scalano il Monte Rosa. Un cronista le incontra alla partenza, a Milano.
Centoventinove donne. E chi viene intervistata? Lei.
Le sue parole dal nulla le ridanno vita. Se avesse saputo che cinquant' anni dopo sua figlia le avrebbe scovate in rete non ci avrebbe mai creduto.
Tutto è cambiato e, grazie alla tecnologia, passato e presente si incontrano in un'armoniosa felicità.
Io sono con lei in piazza Duomo, sento l'elettricità che c'è nell'aria, prima della grandiosa scalata.
Centoventinove donne per dire che i tempi sono cambiati, che in cima alle montagne ci possiamo e vogliamo andare anche noi. Un grande evento mediatico.
L'articolista, ovviamente, è maschio, e scrive di loro in modo ironico, con aria di scanzonata sufficienza.
Centoventinove donne, come quelle che erano morte in fabbrica a New York e che hanno segnato, con la loro fine, l'inizio della Festa della Donna.
Dentro di me ho sempre avuto una forte, fortissima necessità di affermazione del ruolo femminile. Ecco da dove ho preso questo sentimento. Sarà genetica? Mi avrà trasmesso le sue emozioni via cordone ombelicale?
Poche righe per capire come era. Forte, determinata, soddisfatta di suo marito, mio papà, scalatore e pronto ad aiutarla negli allenamenti.
Giornalisti da tutta Europa, donne femminili, nonostante le corde in mano e le mise da montagna, pronte a sfidare il ghiacciaio.
Tempo fa avevo visto "Un'ora sola ti vorrei" di Alina Marazzi.
Era stato sconvolgente, moltissime le affinità, il periodo, i pensieri. Un piccolo film montato con le immagini della mamma, scomparsa prematuramente.
Io sto costruendo il mio film e sto con lei.
Scendo dal bus che ci porta a Gressoney, mangio con lei nell'albergo. Alle sei di mattina partiamo per questa avventura inebriante. Ci sosteniamo lungo il viaggio, beviamo dalla stessa borraccia. Arriviamo al rifugio Gnifetti. Quando sarò nata, quante volte sarò arrivata lì.
Ma ora siamo qui, insieme, fuori dallo spazio e dal tempo, sulle nostre montagne, ci capiamo e ci conosciamo...
un'ora sola ti vorrei...
Grazie per essere stata con me, anche se solo in una dimensione metafisica. In fondo, è quella che ho imparato ad apprezzare di più.
Da questo ritrovamento, negli anni, ho elaborato il mio romanzo: "La scelta di Artemisia" disponibile su Amazon.
Foto archivio GiBi