Febbraio 2003 - intervista a Giulietto Chiesa: "Non ci sono più guerre giuste perché ogni guerra è contro noi stessi"


“Mentre a Sanremo fanno la tenda della pace di là fanno il festival: apparentemente canzoni, in sostanza politica persuasiva”. Così esordisce Giulietto Chiesa, durante la strada che dall’aeroporto di Nizza lo porta a Sanremo, in pieno clima festivaliero.

La sua meta non è l’Ariston, come qualche anno fa, quando incontrò Gorbaciov nell’edizione condotta da Fabio Fazio. Questa volta è la tenda della pace, in uno spazio dedicato al periodico Libertà della Spi - Cgil.

Chiesa arriva corrucciato, come sempre, di poche parole. Ma quando si toccano certi temi si appassiona:

Secondo te è giusto e ragionevole allestire un presidio per la pace durante il festival di Sanremo?

“È giusto, ormai la comunicazione è il centro del mondo, il problema non è più combattere per questioni morali: chi non sa comunicare non esiste. E, a proposito di comunicazione, oggi per me è un giorno nefasto. La sinistra non ha capito niente. La nuova proposta per il c.d.a. della Rai è scandalosa. Non servono Santoro e Biagi in prima serata per ristabilire la democrazia. Bisogna pensare a Vespa, alla Venier, ai terrificanti talk show che continueranno a impestare i palinsesti. Paolo Mieli non cambierà nulla. La tv italiana è la più indecente d’Europa”.

Come uscirà la sinistra italiana da questo periodo di stallo?

“I suoi dirigenti hanno finito, ora non resta che andarsene. Mescolare le carte e vedere chi ha la possibilità di emergere. A mio parere il migliore è Cofferati. Questi ci porteranno a una nuova sconfitta. Non hanno più voglia di combattere, non fanno battaglie sociali, sono più a destra di Schroeder e Chirac. Ma per la prima volta il movimento della gente è più forte di loro. Sono talmente senza idee che vogliono persino consultarsi con me. In questi giorni vado a parlare con Gavino Angius, ma non servirà a nulla”.

Quando scoppierà la guerra contro l’Iraq?

“Dal 17 marzo entro fine mese. L’America riuscirà ad avere gli alleati necessari, mercanteggerà, anche se ho visto soldati americani passare dalla Turchia senza permesso. Gli stati Onu, contrari alla guerra, voteranno semplicemente contro, ma senza utilizzare il diritto di veto. Se accettiamo questa guerra, riconosciamo indirettamente che gli Stati Uniti hanno il diritto di violare qualsiasi convenzione. In Italia anche il centro sinistra si schiererà a favore della guerra, con la scusa di voler difendere l’Onu”.

— È una guerra necessaria?

“Se fossi stato sufficientemente grande e coraggioso, nel Quarantacinque avrei combattuto contro i nazisti. Se qualcuno limita le nostre libertà, si deve reagire. Ora viviamo in un mondo globalizzato, siamo interconnessi e ogni azione si ripercuote a livello planetario. Quindi non ci sono più guerre giuste perché ogni guerra è contro noi stessi. La maggior parte della gente non vuole questo scontro, desidera vivere in pace con il resto del mondo e intuisce che da questa guerra nasceranno solo guai”.

E dopo lo scoppio della guerra cosa succederà?

“Una destabilizzazione generale. In Palestina l’espulsione massiccia dei palestinesi dai territori, la riconquista totale del paese da parte degli israeliani. Incremento del terrorismo in tutto il mondo e progressivo dominio monopolare sul pianeta da parte dell’Impero con conquista dell’Iran, Siria, Corea del Nord e infine la Cina. Quest’ultimo paese sarà l’unico da qui al 2017 a potersi opporre all’Impero: si sta attrezzando con ingenti riserve auree e dollari perché la destabilizzazione arriverà anche sul piano finanziario. Si arriverà alla fine dell’Occidente, quindi il progetto americano non è accettabile”.

Stai per inaugurare una nuova emittente televisiva?

“Sì, probabilmente si chiamerà Millecittà, potrà vedersi in chiaro con la parabola e trasmetterà per quattro ore, ogni sera, con un telegiornale ogni ora della durata di quindici minuti. Apriremo le trasmissioni verso la metà di marzo”.

Nel suo ultimo libro “La guerra infinita” Giulietto Chiesa spiega le varie fasi della globalizzazione americana, finalizzata al dominio mondiale e dice: “Resta però un interrogativo aperto e angosciante: nulla autorizza a ritenere che i cinque sesti dell’umanità, che vivono nella più assoluta indigenza, accettino supinamente la miseria in cui vivono. Questa guerra si può anche perdere”.

Guja Boriani

Grazie a Lucia Codato che mi ha chiesto di ritrovare questo articolo uscito su "La Riviera".