Intervista con dieci domande all'autrice Greta Mercadante

Greta pubblica in self e cura ogni dettaglio delle sue opere, come piace a me. I suoi romanzi sembrano usciti da una casa editrice e questo è ciò che conta per alzare il livello di chi decide di auto pubblicarsi. Si tratta di un percorso non semplice, specialmente per chi inizia e per questo, quando incontro uno scrittore serio, cerco di farlo conoscere.

Greta Mercadante è nata a Rovigo nel 1977 e risiede da sempre a Cinisello Balsamo (MI). Sposata e madre di due bambini. Le sue prime pubblicazioni per Amazon "Un legame invisibile" e "Il perimetro del cielo" affrontano la problematica, tutta femminile, della perdita del lavoro e della ricerca del sé per reinventarsi in altri ruoli, con una narrazione quasi leggera e a tratti autobiografica.

1 A che punto del tuo percorso di vita ti sei sentita una scrittrice, e quindi hai deciso di pubblicare e perché?
A dire la verità, preferisco identificarmi come una "raccontastorie" piuttosto che una scrittrice. La decisione di pubblicare è stata motivata da un momento cruciale nella mia vita, un'esperienza personale che ha scatenato un'esigenza profonda. Volevo che le protagoniste dei miei romanzi, attraverso le loro storie, potessero offrire sostegno e conforto ad altre donne che affrontano difficoltà simili. Era importante per me creare un legame emotivo con le lettrici, far loro sentire che non erano sole nei loro percorsi di vita.

2 Cosa vorresti dire ai tuoi lettori? Che messaggio vuoi trasmettere?
Bè, sicuramente di scrivere una bella recensione! Scherzi a parte, ho iniziato a scrivere per trasmettere l'importanza di affrontare le sfide della vita con coraggio e determinazione, sapendo che non si è sole e che c'è sempre una luce alla fine del tunnel. Vorrei che le mie lettrici trovassero conforto e ispirazione nelle mie storie.

3 Secondo te possono coesistere i ruoli di essere donna, moglie, lavoratrice, mamma e anche autrice, senza ingolfare ulteriormente la tua vita?
Essere donna, moglie, lavoratrice, mamma e autrice è un compito impegnativo. Dalla mia esperienza personale, ho imparato che ci sarà sempre un ruolo che sembra prevalere sugli altri in determinati momenti, ma è proprio la capacità di bilanciare e adattarsi che ci permette di affrontare tutte le sfide. In fondo, ogni ruolo contribuisce a definire chi siamo e ci permette di esprimere la nostra completezza come individui.

4 Che stile ti caratterizza, cosa si deve aspettare un lettore dai tuoi romanzi?
Una cosa che mi rende orgogliosa e che mi differenzia da altri scrittori emergenti è che utilizzo il "tu" per narrare le storie, lo trovo un modo diverso per coinvolgere il lettore.

5 Quanto ci metti di te stessa nei tuoi personaggi?
Nei miei personaggi riverso molte sfaccettature della mia esperienza emotiva e delle mie riflessioni. Anche se, non smetterò mai di sottolineare che non sono una diretta trasposizione della mia vita.

6 Racconta qualcosa di pazzo che ti è successo nell’ambito della scrittura.
Non ho storie particolarmente folli da raccontare riguardo alla mia esperienza nella scrittura. Tuttavia, c'è un aneddoto che mi ha divertito parecchio. È successo più volte che le persone mi chiedano come faccia a "stare" con Teo, credendo che il personaggio della mia storia sia realmente mio marito.

7 Scrivere ti rende felice? Quale sensazione provi mentre crei una storia?
Scrivere è fonte di realizzazione personale. La sensazione che provo mentre creo una storia è difficile da descrivere a parole e si compone di tante fasi. È un misto di emozione, paura, felicità, trepidazione svuotamento, realizzazione ma anche un senso di responsabilità verso ciò che sto creando.

8 Preferisci scrivere o leggere?
Sono esperienze diverse ma altrettanto preziose. Scrivere mi consente di esplorare la mia creatività, di dare vita a mondi e personaggi e di condividere le mie riflessioni con gli altri. È un atto di espressione personale e di comunicazione che mi porta una profonda gratificazione.
D'altra parte, leggere mi offre l'opportunità di immergermi in mondi creati da altri autori, di esplorare nuove idee e di arricchire il mio bagaglio culturale ed emotivo.

9 Ora sei insegnante, quanto pensi che conti trasmettere il tuo amore per la parola ai tuoi alunni?
Nel mio ruolo di insegnante, ciò che cerco di trasmettere ai miei alunni non è solo l'amore per la parola, ma soprattutto la curiosità. La curiosità è la spinta che li porta ad esplorare, a interrogarsi sul mondo che li circonda e a cercare risposte.

10 Pensi che la scrittura scaturisca da situazioni difficili e dolorose, che sia un modo per esorcizzare la paura? Oppure cosa rappresenta per te la scrittura?
Assolutamente sì e può rappresentare anche una cura, un'opportunità di esplorazione personale, di connessione e di creazione di significato. È uno strumento potente che permette di dare forma alle nostre esperienze e di comprendere e trasformare le emozioni.

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