Come il pan di zucchero che si sgretola di Simona Rossi Lombardo


Una storia vera, anche se romanzata dall’autrice che porta il nome della protagonista.

Nel prologo, ambientato in Sardegna, la scrittrice immerge il lettore direttamente nel cuore del dramma, per poi alleggerire la tensione con qualche capitolo apparentemente più lieve.

Ma, poco alla volta, la caduta verso l’abisso ti trascina in un'immersione che diventa sempre più cupa e disperante.

Un racconto doloroso, in cui una giovane donna fa un incontro sbagliato, sbagliatissimo, che le condizionerà il resto dei suoi anni. L’errore porta con sé la pena e Simona dovrà scontare una colpa che non ha, e che le costerà la cosa più preziosa della sua vita.

Da qui il tema dell’affidamento, della responsabilità dei genitori, della tutela dei minori, della gestione di figli con famiglie potenzialmente problematiche.

E chi può effettivamente capire in cosa stia il problema, e se in realtà ci sia? La legge in merito ha subito diverse modifiche e, all’epoca della narrazione, nei primi anni del Duemila, era ancora piena di lacune.

L’alternanza del punto di vista delle due protagoniste, i personaggi perfettamente caratterizzati, la Sardegna come spettacolare cornice, a volte amica nella sua bellezza, a volte greve nelle sue asperità, mi hanno fatto leggere queste pagine in pochissimo tempo, in un aumento di tensione che mi ha fatto rimanere col fiato sospeso.

Ricco di significati simbolici e metaforici, il libro merita di essere letto e meditato, perché certe problematiche, anche se non vissute in prima persona, fanno pensare al significato dei rapporti umani, alla vita, ai veri valori, alle strade così difficili da scegliere e poi da percorrere, per ognuno di noi.

Ho anche apprezzato le note finali dell’autrice che confermano il lavoro svolto con attenzione e meticolosità.

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